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Credits: Getty Images
30 Aprile 2025
Redazione 105
Gli scienziati hanno finalmente trovato una risposta a uno dei misteri più grandi dello Spazio, un avanzamento che potrebbe portare a una migliore comprensione di come sia iniziata la vita sulla Terra. Negli ultimi anni, la ricerca sulle origini della vita ha spinto gli studiosi a concentrarsi su un aspetto fondamentale: i meteoriti ricchi di carbonio.
Gli asteroidi ricchi di carbonio sono comuni nello Spazio, ma quando arrivano sulla Terra, solo una piccola frazione riesce a raggiungere il nostro pianeta. Questi corpi celesti contengono acqua e molecole organiche, elementi chiave per la formazione della vita. La domanda che sorge quindi è: perché sulla Terra troviamo così pochi meteoriti ricchi di carbonio rispetto a quanto accade nello spazio?
Gli scienziati hanno finalmente trovato una spiegazione. Un recente studio pubblicato su Nature Astronomy ha rivelato che sia la Terra che il Sole agiscono come filtro naturale, distruggendo molti meteoriti ricchi di carbonio prima che possano raggiungere il nostro pianeta. Questo accade perché i materiali deboli e carboniosi non riescono a resistere all'alta temperatura quando entrano nell'atmosfera terrestre.
Inoltre i meteoriti che passano vicino al Sole sono soggetti a un ulteriore processo di riscaldamento intenso che ne provoca la disintegrazione. Di conseguenza, solo quelli che riescono a resistere a questo processo sopravvivono fino a raggiungere la Terra.
Questa scoperta ha importanti implicazioni per la nostra comprensione delle origini della vita. I meteoriti ricchi di carbonio contengono informazioni primordiali su composti organici e aminoacidi, che sono i mattoni fondamentali della vita. Comprendere come questi materiali arrivano sulla Terra potrebbe aiutarci a ricostruire la storia del nostro sistema solare e i processi che hanno reso possibile la vita. Gli scienziati, infatti, sperano che questo studio aiuti a rivedere le teorie sulla formazione di acqua e composti organici sulla Terra e sulla loro relazione con le condizioni che hanno permesso la vita. In futuro la scoperta potrebbe influenzare anche le missioni spaziali e le valutazioni dei rischi da impatti.