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Hai avuto un genitore “spugna”? Come ti potrebbe aver influenzato

Quando l’umore di un genitore condiziona tutta la casa

Hai avuto un genitore “spugna”? Come ti potrebbe aver influenzato

Credits: Getty Images

30 Aprile 2025

Redazione 105

Ti è mai capitato, da bambino, di percepire immediatamente quando “qualcosa non andava”? Se bastava un silenzio improvviso, uno sguardo teso o un sospiro profondo per farti sentire in allerta, è possibile che tu sia cresciuto accanto a un genitore “spugna”. Parliamo di quegli adulti che assorbono le emozioni altrui come carta assorbente, spesso senza filtro e senza consapevolezza.

Chi è il genitore “spugna”?

Un genitore “spugna” è una persona emotivamente ipersensibile che tende a farsi travolgere dalle emozioni proprie e degli altri. Non sempre riesce a distinguere ciò che gli appartiene da ciò che raccoglie intorno a sé. Questa iper-empatia, se non gestita, può generare un ambiente instabile in cui il figlio si trova a navigare tra le emozioni degli adulti, spesso senza strumenti.

Gli effetti sui bambini 

Quando si cresce in un clima emotivo instabile, il bambino sviluppa una forte iper-vigilanza. Impara a “sentire l’aria” appena entra in casa, a modulare se stesso in base all’umore del genitore. Questo comporta una costante auto-sorveglianza emotiva, che spesso porta a sopprimere i propri bisogni per non “disturbare”.

Inversione dei ruoli: il figlio diventa il genitore

In alcuni casi, il bambino assume un ruolo da confidente o persino da sostegno psicologico. Frasi come “solo tu mi capisci” o “sei la mia ancora” lo trasformano in un mini terapeuta. Questo ruolo precoce, apparentemente maturo, in realtà può causare difficoltà relazionali nell’età adulta, dove il bisogno di “aggiustare gli altri” diventa un automatismo.

Le conseguenze a lungo termine

Chi è cresciuto accanto a un genitore “spugna” tende a sviluppare una forma di empatia estrema, che se non protetta diventa faticosa. Difficoltà nel porre limiti, paura di deludere, difficoltà nel riconoscere i propri bisogni: tutto questo può derivare da un’infanzia vissuta in uno squilibrio emotivo.

Come rompere il ciclo

Per uscire da questo schema, è fondamentale riconoscere le proprie emozioni, ritagliarsi uno spazio personale e cercare supporto se necessario. La sensibilità non è un difetto, ma deve essere accompagnata da consapevolezza e protezione. Non sei obbligato a portare il peso del mondo: anche tu hai diritto alla leggerezza emotiva.

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