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30 Aprile 2025
Redazione 105
Mentre a Roma si celebrano i Novendiali, le messe solenni in memoria del Papa defunto, i cardinali si preparano al prossimo Conclave tra incontri, chiacchiere e qualche momento goliardico. La Domus Santa Marta, dove alloggiava Papa Francesco e dove ora sono ospitati i porporati, si è trasformata in un curioso palcoscenico tra spiritualità, diplomazia e piccoli eccessi.
Non è un mistero che le giornate in attesa della prima votazione del 7 maggio 2025 siano piene di incontri più o meno informali. Secondo l’arcivescovo emerito Anselmo Guido Pecorari, intervistato al Caffè dei Papi, “Parlano, si conoscono, si annusano tra di loro e piano piano cominciano a tracciare l’identikit di quello che sarà il prossimo pontefice dopo Francesco”.
Il prelato ha poi spiegato: “Vi assicuro che è meglio farlo parlando al ristorante piuttosto che a Santa Marta: fuori a tavola, infatti, si può stare più tranquilli e soprattutto lontani da orecchie indiscrete. L’unico problema è finire la cena prima delle 22.30 sennò poi all’ingresso petriano bisogna chiedere il permesso alle guardie svizzere per rientrare”.
Non mancano però gli episodi più comici. Pecorari ha infatti raccontato un aneddoto spassoso riguardante un suo amico cardinale straniero: “Pensava fosse tutto gratis ha invitato in stanza un po’ di colleghi per chiacchierare dopo cena e così presto hanno finito tutti i liquori mignon del frigo-bar. Solo che poi lui se li è ritrovati sul conto e c’è rimasto male”. Una scena degna di Habemus Papam, ma senza Michel Piccoli.
Non solo brindisi: c’è anche chi sfoga la tensione tra un set e l’altro. È il caso del cardinale spagnolo Santos Abril y Castelló, amante del tennis. Peccato però che la competizione gli vada un po’ stretta: “Solo che lui odia perdere e così s’è inventato un escamotage: quando la partita butta male fa un cenno al suo assistente fuori campo, il quale dopo qualche secondo, mentre il match è in corso, lo interrompe dicendo che qualcuno sta cercando urgentemente al telefono il cardinale. E il set è salvo...”.
La movida clericale continua anche nei locali di Borgo Pio. Ma Pecorari ha messo in guardia i confratelli stranieri: “Ho raccomandato però, soprattutto ai miei amici inglesi e americani, di lasciare in collegio la veste rossa e di mettersi in tasca l’anello cardinalizio, perché gli osti sennò se ne approfittano e li stangano soprattutto sul vino”.