105 FRIENDS
Tutto News
Credits: Mediaset Infinity
07 Maggio 2025
Redazione 105
Sophie Codegoni ha raccontato in un intenso monologo a Le Iene il dolore vissuto a causa della relazione tossica con Alessandro Basciano. Voce rotta e occhi lucidi, ha parlato di come l’ex compagno la controllava, la spiava e la minacciava, fino a spingerla a denunciarlo. E lì le cose sono persino peggiorate fino alla sentenza della Cassazione che ha stabilito il divieto di avvicinamento di Basciano e l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico.
Visualizza questo post su Instagram
Ma perché ha sopportato tutto questo? Perché all’inizio era innamorata di lui, come spiega: “Mi ha fatto a pezzi, con le parole, con lo sguardo, con il controllo, con quel modo di farti sentire sbagliato o colpevole. Io lo amavo, così tanto da restare anche quando stavo male, da credere alle sue promesse sempre uguali, perché piangeva, si inginocchiava, diceva ‘cambierò’ e io speravo. Arrivavano momenti belli, un weekend tranquillo, una vacanza, uno sguardo con gli occhi lucidi e io mi aggrappavo a quei gesti e dimenticavo il resto. Negavo, minimizzavo, allontanavo chiunque provasse ad aprirmi gli occhi e mentre cercavo di salvare il noi, perdevo me stessa”.
Poi però la situazione ha iniziato a precipitare: “‘Lì non ci vai, con quello non ci parli, al primo squillo mi devi rispondere’: era geloso perfino della mia libertà e io lo chiamavo ancora amore. Ha cominciato a controllarmi, mi spiava e minacciava chi mi stava vicino e quando ha capito che non poteva più tenermi ha provato a distruggere chi mi proteggeva”. A quel punto ha deciso che qualcosa doveva cambiare: “È lì che ho avuto paura, sì, perché il male sugli altri lo vedi meglio che su te stessa. Così ho trovato il coraggio di fare la cosa giusta, l’ho denunciato e da lì è iniziato il calvario”.
Un momento per lei ancora più duro: “Fuori sorridevo ma dentro cadevo a pezzi. Mi dicevano ‘sei troppo magra, ti stai rovinando’, ma nessuno chiedeva: ‘Sophie, come stai davvero?’. Perché il dolore se non si vede non esiste, se non lo gridi non ti credono, ma ci sono ferite che ti svuotano ogni giorno e tu impari a sopravvivere con il silenzio negli occhi e il dolore che ti logora dentro”.
Infine un appello ad avere rispetto delle donne che trovano il coraggio di denunciare le violenze subìte: “Io vorrei maggiore rispetto non solo per me ma per tutte quelle donne che hanno il coraggio di dire basta, per chi ancora subisce ed ogni giorno sceglie di combattere, per chi si è persa e ha bisogno di una carezza per ricominciare”. E parole di conforto verso chi si è ritrovato nella sua stessa situazione: “Questa è la mia verità e se ti riconosci in queste parole sappi che non sei sola, nemmeno quando ti sembrerà di non avere più voce, nemmeno quando ti convinceranno che sia colpa tua. Sappi che non lo è. Perché poi arriva il giorno in cui torni a vivere, a testa alta e senza più paura di dire: ‘Mi ha fatto male, sì, ma sono ancora qui’”.