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Diego Abatantuono: “Venni sommerso dai debiti, mi salvò Pupi Avati”
L’attore sta per compiere 70 anni: “Se prima ti sentivi invincibile, adesso ti senti nelle mani del destino”
Diego Abatantuono sta per festeggiare i suoi 70 anni. Un’età che proprio non gli va giù, come confessa al Corriere della Sera: “Diciamo la verità: invecchiare fa un po’ schifo. Non è bellissimo. È una malattia con la quale si convive, la si prende con filosofia. Per fortuna ci sono i figli e i nipoti. Se prima ti sentivi invincibile, adesso ti senti nelle mani del destino e quindi questa cosa qua – diciamo – è meno interessante”.
Il personaggio del “terrunciello”
Inevitabile poi parlare della sua carriera a partire dal personaggio del “terrunciello” a cui deve tanto, ma che l’industria strapazzò facendogli girare più di 20 film in tre anni. “Lo proponevo nelle mie serate e ha avuto talmente successo che quando mi hanno proposto di fare il cinema mi hanno chiesto di andarci con quel personaggio”. Tuttavia: “Fu una gestione scriteriata, ero giovane, fui mal consigliato e così bruciai il personaggio”.
I debiti e la rinascita
Dopo le cose andarono persino peggio: “Ero sul set che giravo Attila con lo spadone nel camper e firmai un assegno da 17 milioni. Giravo film e tiravo fuori soldi: in quel periodo credevo di pagare tasse che invece non venivano pagate. A furia di far così andai sotto con i debiti, quelli furono anni abbastanza difficili”. Fu grazie a Pupi Avati che ne uscì: “A Pupi voglio molto bene e gli devo molto. Prima di chiamare me, aveva cercato Lino Banfi: se lui avesse accettato la storia avrebbe preso un’altra piega”.
L’Oscar con “Mediterraneo”
Da lì la sua carriera cambiò, tanto che arrivò anche un Oscar con Mediterraneo. “Totalmente inaspettato, per noi era scontato che non avremmo mai vinto. Stavamo girando ‘Puerto Escondido’ in Messico e fermammo le riprese per andare alla premiazione. Eravamo asciutti dal deserto, magri, abbronzati: eravamo bellissimi”.
Pochi i premi nella sua carriera
Eppure i premi finirono lì o quasi: “Per ‘Regalo di Natale’ si diceva che avrei vinto io, poi tutti insieme ex aequo e invece premiarono Carlo Delle Piane. In ‘Per amore, solo per amore’ ad Alessandro Haber viene subito tagliata la lingua quindi è muto per tutto il film. Io ho parlato tutto il tempo, lui era muto, ma il David di Donatello lo ha vinto lui. È successo anche con ‘Il toro’: il toro ha fatto il toro, io ho recitato tutto il film e Roberto Citran ha vinto la Coppa Volpi”. Un cinema che l’ha snobbato? Abatantuono la prende sul ridere: “Ero sulla cresta dell’onda, forse se fossi stato in giuria anche io avrei dato quei premi per aiutare gli altri”.