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Terrapiattismo: perché c’è ancora chi crede che la Terra sia piatta?

Dal muro di ghiaccio sorvegliato dalla NASA alla cupola celeste: ecco cosa pensano davvero i terrapiattisti

Terrapiattismo: perché c’è ancora chi crede che la Terra sia piatta?

credits: Getty Images

22 Maggio 2025

Redazione 105

La Terra è piatta. Non è uno scherzo, né una provocazione. È una convinzione reale, condivisa da migliaia di persone nel mondo, che continuano a sfidare l’evidenza scientifica con teorie alternative e narrazioni cospirazioniste.

Ma cosa porta qualcuno a rifiutare ciò che ci hanno insegnato a scuola e a credere che il pianeta sia, in realtà, un gigantesco disco? La risposta è più profonda – e sorprendente – di quanto si possa pensare.

Perché rifiutare la scienza?

La forma della Terra è solo la superficie del problema. Per molti, il terrapiattismo è una reazione a una sfiducia più ampia: verso le istituzioni, la politica, i media e la comunità scientifica. In un mondo sempre più complesso e difficile da interpretare, questa teoria offre risposte semplici, visibili, rassicuranti. E per alcuni, è sufficiente.

Dalla storia alla rinascita del dubbio

L’idea della Terra piatta non è mai stata dominante, nemmeno nell’antichità. Già nel 205 a.C., gli antichi greci ne avevano dimostrato la sfericità. Eppure, proprio nell’Ottocento – in piena rivoluzione scientifica – la teoria tornò a circolare, alimentata da chi cercava una visione più immediata del mondo.

Il mondo piatto, secondo i suoi sostenitori

Secondo i terrapiattisti, la Terra sarebbe un piano immobile, con il Polo Nord al centro e un muro di ghiaccio ai margini. Questo muro – sostengono – sarebbe sorvegliato da agenti armati della NASA, incaricati di impedire a chiunque di “scoprire la verità”.

Il cielo non è visto come uno spazio infinito, ma come una cupola chiusa che racchiude tutto ciò che esiste. Un universo progettato per l’uomo, dove ogni cosa è visibile… almeno secondo loro.

Più che una teoria, una forma di ribellione

Che la Terra sia piatta o sferica non è più solo una questione scientifica: è diventata una battaglia culturale, un modo per dire “non mi fido di ciò che mi raccontate”. In un’epoca segnata da fake news, algoritmi e iperconnessione, forse il vero mistero è proprio questo: perché certe idee continuano a sopravvivere, anche quando sembrano superate da secoli.

E forse è proprio la forza di mettere tutto in discussione che, in fondo, rende il nostro mondo – piatto o no – così affascinante.

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