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Credits: Getty Images
12 Giugno 2025
Redazione 105
Fino a pochi anni fa, bastava spegnere 60 candeline per sentirsi dire che si era “anziani”. Ma secondo un nuovo studio, oggi non è più così. Un cambio di prospettiva che racconta il modo in cui stiamo ridefinendo l’invecchiamento.
La ricerca, condotta da Tony Wyss-Coray della Stanford University e pubblicata su Nature Medicine, mostra che iniziamo a invecchiare molto prima, ma anche molto dopo di quanto pensiamo.
Il merito va allo studio delle proteine presenti nel sangue: analizzando il plasma di oltre 4.000 di persone tra i 18 e i 95 anni, i ricercatori hanno individuato ben 373 proteine in grado di definire con sorprendente precisione l’età biologica.
Per assurdo, la ricerca prova che il declino fisico, lieve ma misurabile, comincia già a 34 anni. Ma non c’è nulla da temere: per la scienza, si è ancora in piena fase adulta fino ai 60 anni. Dai 60 ai 78 anni si entra nella cosiddetta “maturità tardiva”, e solo oltre i 78 anni si può finalmente parlare, senza offesa, di vecchiaia.
Un cambiamento che sposta le lancette dell’invecchiamento sempre più avanti, e che ci invita, se non altro, a riconsiderare quegli acciacchi, le prime rughe e perfino il mal di schiena a 40 anni: forse non è vecchiaia, è solo l’adolescenza della maturità.