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08 Luglio 2025
Redazione 105
Il tè matcha è ovunque, dai bar più alla moda alle ricette healthy su Instagram. Viene celebrato per le sue proprietà antiossidanti, depurative e per l’energia naturale che offre. Ma dietro questa popolarità si cela una realtà poco conosciuta.
Produrre matcha non è semplice. Si tratta di un processo meticoloso che richiede tempo, attenzione e competenza. Le foglie di tè vengono coltivate all’ombra per conservare il loro sapore delicato e l’alto contenuto di nutrienti, quindi raccolte esclusivamente a mano. Successivamente, vengono macinate lentamente con mulini di pietra, secondo un metodo antico che garantisce una polvere finissima e di alta qualità.
Il risultato è il matcha cerimoniale, la varietà più pregiata e raffinata, utilizzata nei rituali tradizionali giapponesi.
Con il boom internazionale del matcha, i produttori giapponesi, soprattutto nelle regioni storiche come Uji, faticano a stare al passo con la crescente domanda. Questo ha portato a un utilizzo eccessivo, e spesso improprio, del matcha di alta qualità in dolci industriali, gelati e bevande confezionate.
Nel 2023 il Giappone ha prodotto oltre 4.000 tonnellate di matcha, triplicando la produzione rispetto al 2010. Nonostante ciò, la domanda globale continua a superare l’offerta. Questo squilibrio ha portato alcuni produttori a ricorrere a metodi di produzione industriale, più rapidi ma meno sostenibili, mettendo in pericolo la qualità, l’ambiente e la tradizione.
Il matcha è generalmente considerato salutare, ma un consumo eccessivo può comportare effetti indesiderati. I tannini, ad esempio, possono ridurre l’assorbimento del ferro, causando problemi in persone anemiche, bambini o donne in gravidanza.
Per questo è importante non esagerare e scegliere sempre prodotti di qualità, provenienti da fonti affidabili. La chiave è la moderazione, sia per tutelare la salute, sia per rispettare la cultura secolare da cui il matcha proviene.