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Velocizzare audio e video danneggia la memoria: lo studio

Sempre più persone accelerano la riproduzione di contenuti per risparmiare tempo, ma la scienza avverte: la memoria ne risente

Velocizzare audio e video danneggia la memoria: lo studio

Credits: Getty Images

15 Luglio 2025

Redazione 105

Quante volte ti è capitato di ricevere un audio lunghissimo e di ascoltarlo a velocità di riproduzione elevate per risparmiare tempo? Effettivamente è un’abitudine sempre più diffusa, eppure, un nuovo studio pubblicato su Educational Psychology Review ha evidenziato i numerosi svantaggi sulla memoria. La ragione consisterebbe nel fatto che il nostro cervello non riesca ad immagazzinare correttamente le informazioni in esso contenute.

 

Cosa succede al nostro cervello 

Marcus Peace, docente di Scienze Cognitive presso la Queen Mary University of London, spiega che quando ascoltiamo informazioni verbali, il cervello attiva tre processi fondamentali della memoria: codifica, conservazione e recupero per comprendere, rielaborare, archiviare e poi richiamare le informazioni. Le parole devono essere comprese nel contesto e elaborate in tempo reale, anche a velocità elevate. Tuttavia, la memoria di lavoro ha una capacità limitata: se, quindi, il flusso di dati è troppo rapido o abbondante, si verifica un sovraccarico cognitivo che compromette la qualità dell’elaborazione e porta alla perdita di informazioni.

 

Gli effetti della riproduzione più veloce  sulla memoria

Un recente meta analisi ha dimostrato l’impatto sulla memoria di contenuti velocizzati, esaminando 24 studi sull’apprendimento tramite video lezioni velocizzate che richiedevano di ricordare informazioni e valutavano la capacità di ricordare con domande a risposta multipla. Dai risultati è emerso che a velocità 2,5x e 2x si registra un calo della memoria media pari a circa 17% rispetto alla visione normale. Solo a 1,5x l’impatto sulla memoria risulta relativamente contenuto

Uno degli studi esaminati si è concentrato in particolare sull’effetto della velocità nei diversi gruppi di età. I risultati mostrano che gli adulti più anziani, tra i 61 e i 94 anni, sono più sensibili agli effetti negativi della riproduzione veloce rispetto ai giovani adulti (tra i 18 e i 36 anni).

Per questo motivo, gli esperti consigliano, soprattutto agli utenti più anziani, di preferire una visione a velocità standard per favorire una comprensione più solida e duratura.

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