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Credits: Getty Images
23 Luglio 2025
Redazione 105
Johnny Depp si prepara a calarsi in uno dei ruoli più inquietanti mai affrontati: Mr. Hyde, il lato oscuro del Dr. Jekyll, protagonista della graphic novel Hyde, progetto visionario firmato insieme a Ridley Scott. Non si tratta di un semplice adattamento del romanzo di Stevenson, ma di una rivisitazione radicale, in cui l’identità malvagia ha definitivamente preso il sopravvento su quella razionale.
Nell’universo narrativo di Hyde, il mostro è ormai libero da ogni freno morale e si aggira tra i vicoli oscuri di una Londra vittoriana distopica, conducendo esperimenti inquietanti. Grazie a un siero mutageno, trasforma altri esseri umani in nuovi “Hydes”, replicando il proprio orrore. Un’immagine potente, che racconta le derive dell’ego e del controllo scientifico, con chiari echi contemporanei.
Depp non solo presta il volto a Hyde, ma partecipa attivamente a ogni fase creativa, dalla scrittura alla direzione artistica. Collaborando con lo studio indipendente Mechanical Cake e Scott Free, il progetto prende forma come graphic novel ma con ambizioni cinematografiche. Il suo entusiasmo è palpabile: “Costruire qualcosa all’interno del mondo immaginato da Stevenson ed essere accolto nella visione di Ridley Scott… è sorprendente per me. E spero anche per lui. Ricevere la sua fiducia è folle e bellissimo. Un vero maestro”.
Hyde è solo il primo tassello di un più ampio universo narrativo, che prevede due volumi di oltre 200 pagine ciascuno, scritti da Jesse Negron e Joe Matsumoto, illustrati da Gary Erskine e Chris Weston. L’intero progetto sarà presentato in anteprima al Comic-Con di San Diego, con un panel dedicato dal titolo Hyde: When the Worlds of Graphic Novels and Movies Collide.
Per Depp, Hyde segna una rinascita artistica dopo un periodo turbolento, mentre Ridley Scott si conferma ancora una volta un regista capace di esplorare le zone d’ombra della psiche umana, dopo capolavori come Alien, Blade Runner e Il gladiatore. Insieme mirano a bypassare i canali tradizionali dell’industria e portare direttamente al pubblico un’opera “fuori dagli schemi”.