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04 Agosto 2025
Redazione 105
C’è chi si emoziona all’idea di un futuro a due… e chi fugge a gambe levate. Se parlare di matrimonio vi provoca ansia o l’idea di una relazione duratura vi sembra soffocante, potreste soffrire di gamofobia: un disturbo d’ansia che riguarda la paura intensa e persistente dell’impegno affettivo.
La parola deriva dal greco gamos (matrimonio) e phobos (paura), e si manifesta con sintomi che vanno dall’irrequietezza all’ansia cronica, fino agli attacchi di panico. La persona gamofobica non riesce a stabilire legami stabili e vive con un costante timore dell’idea di “per sempre”.
Questa fobia, spesso sottovalutata, può nascere da traumi familiari, come un divorzio vissuto da piccoli, oppure da esperienze sentimentali negative. Non è raro che sia accompagnata da altri disturbi, come la filofobia (paura dell’amore) o la pistantrofobia (paura di fidarsi).
Alcuni studi suggeriscono anche un fattore genetico: chi ha familiari con disturbi d’ansia potrebbe essere più incline a sviluppare gamofobia. Colpisce uomini e donne, ma sembra più frequente nel genere femminile.
Non esistono test diagnostici specifici, ma uno specialista può valutare la presenza del disturbo attraverso un’analisi clinica approfondita. Le terapie più efficaci? La terapia cognitivo-comportamentale, che aiuta a gestire le paure, e la desensibilizzazione sistematica, che lavora sull’esposizione graduale agli stimoli ansiogeni.
La buona notizia è che si può guarire. Riconoscere il problema è il primo passo per affrontarlo e ritrovare un equilibrio affettivo sano, lasciando spazio a legami autentici senza fuggire più.