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Credits: Getty Images
14 Agosto 2025
Redazione 105
Sempre più persone si affidano all’intelligenza artificiale per scrivere testi, creare contenuti e trovare idee. Ma un recente studio del MIT mette in guardia: delegare subito il lavoro a strumenti come ChatGPT può compromettere seriamente memoria, creatività e la capacità di riconoscersi nei propri pensieri. Insomma, quello che produci potrebbe sembrarti utile, ma non davvero “tuo”.
I ricercatori hanno diviso i partecipanti in tre gruppi: uno scriveva senza alcun aiuto, uno con un motore di ricerca e uno usando ChatGPT. L’attività cerebrale è stata monitorata con l’elettroencefalogramma (EEG), e i risultati sono stati eloquenti: chi scriveva da solo mostrava una forte attivazione nelle aree legate alla memoria, creatività e controllo cognitivo.
Al contrario, chi usava l’AI presentava una stimolazione molto più debole, soprattutto nelle regioni responsabili del pensiero critico. Curiosamente, anche il gruppo con il motore di ricerca mostrava più attività cerebrale rispetto a quello che usava ChatGPT, segno che valutare e selezionare le informazioni online implica uno sforzo mentale maggiore che non semplicemente accettare una risposta preconfezionata.
Dal punto di vista psicologico, emerge un altro aspetto interessante: chi scriveva da solo aveva un forte senso di appartenenza ai propri testi. Al contrario, gli utenti di ChatGPT faticavano a sentirsi “autori” delle parole prodotte. Questo dato si riflette anche sulla memoria: chi non aveva usato l’AI ricordava i propri scritti con estrema precisione, mentre chi si era affidato al chatbot tendeva a dimenticarli rapidamente.
Ma c’è una nota positiva. Se si inizia scrivendo da soli, per poi introdurre l’AI in un secondo momento, si registra un aumento dell’attività cerebrale. Il cervello, già attivato, riesce a sfruttare lo stimolo dell’AI in modo costruttivo. Al contrario, partire subito con ChatGPT porta a una passività cognitiva difficile da invertire. L’AI è uno strumento potente, ma va usato dopo aver messo in moto il cervello. Solo così si può trasformare in un alleato e non in una scorciatoia mentale.