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Bianca Balti e il tumore alle ovaie: “Vorrei riavere il ciclo”

La modella si racconta: dalla diagnosi iniziale fino alla scoperta del tumore

Bianca Balti e il tumore alle ovaie: “Vorrei riavere il ciclo”

Credits: Instagram @biancabalti

26 Agosto 2025

Redazione 105

La top model Bianca Balti ha scelto di raccontare pubblicamente il suo percorso contro il cancro alle ovaie, diagnosticato a settembre 2024 al terzo stadio. Dopo aver subito una serie di interventi e trattamenti, oggi è in remissione e utilizza la propria esperienza per sensibilizzare altre donne. 

La modella in un’intervista a Camilla and Marc ha raccontato che nel 2021, in seguito a una mammografia di routine, le è stato consigliato un test genetico: “Un paio di settimane dopo mi hanno comunicato che avevo una mutazione del gene BRCA1 che mi rendeva incline al cancro al seno e a quello alle ovaie”. La consapevolezza della mutazione l’ha portata a rimuovere preventivamente il seno, ma ha temporizzato sull’asportazione delle ovaie. “Avevo programmato di rimuovere anche le ovaie ma non lo avevo ancora fatto e questo cancro si è formato prima

Il momento della diagnosi e le emozioni

Bianca ricorda con intensità quel giorno: “Era l'8 settembre 2024 il giorno in cui sono andata al pronto soccorso perchè avevo questo dolore lancinante e folle. Mi hanno fatto un’ecografia all’addome e il tecnico era così preoccupato che ha lasciato la stanza. A quel punto un dottore è venuto a dirmi che avevo un cancro e che avevo un vero disastro laggiù. La mia prima reazione è stata quella di iniziare a piangere. Ero talmente agitata da non riuscissi quasi a respirare e ricordo di aver detto di essere una stupida per non essermi tolta prima le ovaie”.

Oggi invita alla comprensione: “penso che sia davvero importante che le donne sappiano cosa dovrebbero fare, ma penso anche che dovremmo essere gentili con loro perché non è una decisione facile da prendere”. 

Il motivo dell'attesa, il futuro e la speranza

Il motivo per cui lei ha deciso di aspettare era una forte voglia di avere altri figli dopo Matilde e Mia. A ciò si sommava il desiderio di preservare parti della propria femminilità ed il timore di sentirsi “una donna a metà”. 

Ha poi concluso:“Ho sempre odiato avere il ciclo ogni mese e ora non sapete cosa darei per riaverlo”. Oggi, dopo i cicli di chemioterapia, guarda al futuro con ottimismo e spera che la sua esperienza possa sostenere altre donne in situazioni simili.

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