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Credits: Getty Images
01 Settembre 2025
Redazione 105
“Quando hai deciso questo? È un'etichetta? Non ne ho mai sentito parlare. Ti sostengo, ovviamente, ma non mi sembra vero". Sono queste le parole che hanno accolto una ragazza quando ha fatto coming out come abrosessuale ad un suo amico del 2020.
Questo termine significa vivere una sessualità che cambia nel tempo, anche velocemente.
La donna, come raccontato al Metro, dopo essersi sentita “troppo qualcosa" o “non abbastanza qualcos’altro” per trent’anni ha scoperto questo orientamento sessuale e dopo aver condiviso la sua identità ha ricevuto diverse risposte fredde, ironiche o con tono accusatorio, come ad esempio “Ma non avevi detto che eri lesbica poco tempo fa?”.
”Spiegare questa fluidità agli altri è spesso un’impresa: un giorno mi identificavo come lesbica, poi, qualche settimana dopo, mi sentivo più affine alla bisessualità. A volte sembrava che la mia sessualità avesse vita propria”, ha spiegato la donna.
Poi ha letto un post di una creatrice, educatrice ed assistente sociale statunitense, Zoe Stoller su Instagram ed ha letto "abrosessualità" e da allora è diventato molto più semplice parlarne. In famiglia e tra gli amici più attenti, fortunatamente, ha trovato comprensione e desiderio di imparare. Tuttavia, molti avevano comunque un’espressione assente e poi chiedevano il significato del termine e che impatto avesse sulla vita amorosa. La risposta è semplice: nulla. “Amo la persona, non il suo genere, quindi non importa se la mia sessualità oscilla mentre sono con quella persona”, ha specificato.
Poi ha concluso rivelando che anche se è poco conosciuta, l’abrosessualità è reale, ed anche se qualcuno non comprende, ha la certezza di essere autentica, non cerca più l’approvazione altrui e guarda al futuro con curiosità e non con vergogna.
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