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Quagliarella e il terrore dello stalker: “Otto anni di minacce”

Anche per questo lasciò il Napoli per la Juve

Quagliarella e il terrore dello stalker: “Otto anni di minacce”

Credits: Instagram @deborasalvalaggio

04 Settembre 2025

Redazione 105

Fabio Quagliarella, ex bomber con oltre 180 gol in Serie A, ha raccontato il periodo più buio della sua vita: otto anni segnati da lettere anonime, ricatti e intimidazioni. A perseguitarlo non era uno sconosciuto, ma un uomo che considerava un amico, addirittura un poliziotto della postale.

Per anni, l’ex attaccante ha vissuto sotto pressione, temendo per la propria famiglia. “È stato un buco nero di otto anni. Ero in campo ma la testa era altrove, sempre con la paura che potesse succedere qualcosa alla mia famiglia”. 

Lo stalker travestito da amico

Il suo aguzzino riusciva a fingersi protettore, offrendo un aiuto fittizio grazie anche al suo lavoro. “Ci diceva che ci stava aiutando a scoprire chi fosse lo stalker. In realtà era lui”. Una doppia vita che ha reso l’incubo ancora più difficile da gestire. Tra gli episodi più scioccanti, minacce di morte al padre, un finto feretro lasciato davanti casa e lettere inviate ai club per distruggere la sua immagine. 

L’addio forzato al Napoli

La vicenda ebbe conseguenze anche sul piano sportivo. Quando nel 2011 lasciò il Napoli per la Juventus, i tifosi gridarono al tradimento. Solo anni dopo è emersa la verità: “Io avrei voluto restare a vita, ma quelle lettere hanno cambiato tutto”. Una pagina dolorosa che lo ha segnato profondamente. 

L’amore con Debora e la rinascita

Dopo tanta oscurità, Quagliarella ha trovato equilibrio accanto a Debora Salvalaggio, ex showgirl e oggi sua compagna. “Grazie a lei ho recuperato un po’ di leggerezza”, racconta, sottolineando quanto il loro legame sia solido e sincero. Per l’ex bomber l’idea di un matrimonio non è esclusa, così come la possibilità di un figlio: “Un figlio? È la naturale conseguenza di un amore forte”. 

I valori trasmessi dal padre

Il ricordo più intenso resta quello del padre Vittorio, scomparso nel 2024. “Era il mio punto di riferimento assoluto, l’unico di cui mi fidassi davvero”. Un uomo umile, imbianchino, che lo ha guidato anche nella gestione dei primi guadagni da calciatore: “Mi ha insegnato che i soldi danno serenità, non potere”. 

Uno sguardo al futuro

A 42 anni, Quagliarella non ha smesso di pensare al calcio. Dopo l’addio alla Sampdoria, sente ancora la voglia di scendere in campo: “Mi piacerebbe tornare, magari da direttore sportivo. L’adrenalina delle partite mi manca”.

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