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“La forza di una donna”, anticipazioni dal 8 al 13 settembre
Le anticipazioni di “La forza di una donna” vedono al centro Munir che tenta di uccidere Enver e Bahar fa una rivelazione sorprendente ai figli
La forza di una donna, la serie turca in onda ogni pomeriggio, da lunedì 8 a sabato 13 settembre alle 15:45 su Canale 5 e in streaming su Mediaset Infinity.
Le anticipazioni dal 8 al 13 settembre
Enver, in convalescenza dopo un'operazione, chiede ad Hatice di dare una mano a Bahar, Ceyda e Yeliz con un grosso ordine di camicie, costringendole a lavorare di notte nel laboratorio di Sema, all’insaputa della proprietaria.
Nel frattempo, Alp, intenzionato a parlare con Enver, arriva in ospedale. Qui, viene notato dal figlio Doruk, ignaro di tutto.
Intanto, Munir tenta di uccidere Enver per impedirgli di parlare, mentre Jülide, la madre di Alp, viene trovata morta nella piscina di casa.
La sua morte getta Piril nella disperazione, ma Suat, prende in mano la situazione, fa sparire il corpo e racconta ad Alp che la madre, ubriaca, aveva tentato di annegare i suoi figli per poi fuggire.
Nel frattempo, Doruk, convinto di aver visto il padre, lo confida prima alla sorella e poi a Ceyda, che si preoccupa per Bahar.
Quest'ultima, intanto, ha un appuntamento con Arif, che le chiede se, in caso di ritorno di Sarp, lo riprenderebbe. Turbata dalle parole del figlio, Bahar decide di affrontare la situazione e rivela a Doruk e Nisan che il padre è morto. Ma il bambino, convinto di averlo visto, non le crede.
Spinta dalle affermazioni del figlio e insospettita da un'informazione rivelatale per errore da Jale, Bahar inizia a indagare sulla presunta visita di Sarp in ospedale. Hatice cerca di tranquillizzarla, attribuendo la visita al figlio del fruttivendolo, ma Bahar decide di non fidarsi e di cercare la verità da sola.
Nel frattempo, la situazione finanziaria di Ceyda e Yeliz si complica ulteriormente. Senza una fonte di reddito stabile e con l'espulsione di Abbas, l'ordine di camicie che avrebbe dovuto aiutarle si rivela una perdita, lasciandole in una situazione ancora più precaria.