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Nasa: su Marte, Perseverence ha trovato indizi di vita passata

Sono state rinvenute molecole organiche nel cratere Jezero

Nasa: su Marte, Perseverence ha trovato indizi di vita passata

Credits: Getty Images

11 Settembre 2025

Redazione 105

Il rover Perseverance della Nasa, attivo su Marte dal 2021, ha individuato in alcune rocce del cratere Jezero tracce di molecole organiche. Queste sostanze sono considerate i “mattoncini fondamentali” della vita e potrebbero rappresentare una possibile biofirma, cioè un segnale che in passato sul pianeta rosso potrebbero essere esistite forme di vita microbica.

 

Una scoperta che apre scenari

La notizia è stata annunciata durante una conferenza stampa e accompagnata da uno studio pubblicato su Nature, a firma di un team internazionale che include anche ricercatori italiani dell’INAF. Gli scienziati sottolineano che, pur trattandosi di una scoperta entusiasmante, non si può ancora parlare di prova definitiva: quelle stesse molecole potrebbero infatti essersi formate anche attraverso processi non biologici.

 

Campioni unici nella missione

Il rover ha già raccolto 30 campioni di roccia, 25 dei quali conservati nei tubi metallici che un giorno potrebbero essere riportati sulla Terra. L’area studiata, nota come formazione Bright Angel, è composta da rocce sedimentarie considerate tra le più promettenti per custodire resti di antiche attività biologiche. Al momento, Perseverance non è in grado di rilevare direttamente la vita, ma i campioni potranno essere analizzati in modo approfondito solo se arriveranno nei laboratori terrestri.

 

Il problema del ritorno sulla Terra

E qui nasce il punto critico: la missione di Mars Sample Return, nata dalla collaborazione tra Nasa ed Esa, rischia di slittare ulteriormente. In origine si parlava dell’inizio degli anni 2030, ma oggi la prospettiva più realistica guarda al 2040, con costi lievitati fino a 11 miliardi di dollari. Senza fondi certi, gli scienziati si interrogano su come poter riportare i campioni a costi più bassi e in tempi più rapidi.

 

Un passo avanti nella ricerca della vita

Tra le sostanze trovate, gli strumenti di Perseverance hanno identificato composti come fosfato di ferro e solfuro di ferro, che sulla Terra sono spesso legati all’attività di microrganismi. Tuttavia gli esperti avvertono che non si possono escludere spiegazioni puramente geochimiche. Come ha spiegato Joel Hurowitz, coordinatore della ricerca, queste tracce sono “il candidato più promettente finora”, ma è necessario raccogliere altri dati prima di trarre conclusioni definitive.

Che si tratti di una biofirma o di un fenomeno inanimato, la scoperta rappresenta un passo importante nell’astrobiologia e nella comprensione dell’abitabilità di Marte. Se confermata, indicherebbe che il pianeta rosso è stato ospitale per la vita per un periodo molto più lungo di quanto ipotizzato.

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