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Credits: Getty Images
13 Novembre 2025
Redazione 105
Il 12 novembre doveva segnare la fine di un’era: il giorno in cui l’accesso ai siti per adulti non sarebbe più stato possibile con una semplice autodichiarazione.
Invece, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - AGCOM, ha acceso un inatteso “semaforo giallo”, concedendo una proroga di tre mesi ai principali siti stranieri.
Anche se l’obbligo di introdurre sistemi di verifica dell’età era già in vigore, giganti come YouPorn e Pornhub non avevano ancora mosso un dito.
Così l’AGCOM ha dovuto ufficializzare: la nuova deadline per adeguarsi, implementando strumenti che certifichino la maggiore età degli utenti in Italia, è fissata al 1° febbraio 2026.
Il rinvio, concordato con le osservazioni della Commissione Europea, riguarda la maggior parte delle piattaforme; solo pochi siti con base legale in Italia devono conformarsi subito.
Ma questo tempo extra non è un regalo infatti, è la conseguenza di un vero e proprio panico da login. Per i siti per adulti, la verifica anagrafica rappresenta un ostacolo non solo tecnico, ma anche economico e di traffico.
I sistemi richiesti possono essere invasivi, spesso chiedendo webcam per il riconoscimento facciale o documenti personali che, pur garantendo un “doppio anonimato”, spaventano subito gli utenti.
Basta guardare al Regno Unito: dopo l’introduzione della legge sulla verifica dell’età, il traffico di Pornhub è crollato del 77%. Non sorprende quindi che alcune piattaforme abbiano deciso di sospendere le attività in Italia piuttosto che affrontare un’implementazione immediata.