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Sanremo 2026, Fulminacci: “Non vado per fare gara, devo divertirmi”

“Anche io sono nel circuito, non sono un outsider. Ma i numeri non sono il mio core business, non mi interessa più di tanto”

Sanremo 2026, Fulminacci: “Non vado per fare gara, devo divertirmi”

Credits: Instagram @fulminacci

02 Dicembre 2025

Redazione 105

La seconda partecipazione di Fulminacci al Festival di Sanremo segna un passaggio importante nella carriera del cantautore romano, al secolo Filippo Uttinacci, dopo l’esordio del 2021 con il brano Santa Marinella quando arrivò dodicesimo. L’artista ha raccontato in un’intervista a Repubblica il suo approccio alla manifestazione: il palco dell’Ariston rappresenta per lui un’opportunità di divertimento e confronto, non una competizione da vincere a tutti i costi.

 

L’ansia e la normalità sul palco

Il ritorno al Festival non lo spaventa quanto la telecamera e il contatto con il mezzo televisivo. Fulminacci sottolinea: “Ci ho pensato, stavolta non sono tra i più giovani. E, anche se mi percepisco ancora come un adolescente, mi accollo il peso di essere uno di quelli che su quel palco già c'è stato. Ansia? Mi viene dalla telecamera, perché non sono un personaggio televisivo.

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Il successo dei cantautori e l’approccio personale

Il ritorno dei cantautori, evidente con il successo di artisti come Lucio Corsi nel 2025, non modifica la filosofia di Fulminacci che ha dichiarato: “Il boom non lo auguro a nessuno, nemmeno al peggiore nemico. Come tutte le cose estreme alla fine non premia, devi gestirle. Io comunque non dovrò andare al Festival per fare una gara, devo solo divertirmi. Per me è comunque un onore. La sua vita privata rimane separata dalla scena. La felicità, secondo Fulminacci, si cerca fuori dai riflettori, nella quotidianità, non nei grandi numeri o nella fama effimera.

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Il tour e la paura di perdere l’ispirazione

Dopo il Festival, Fulminacci si dedicherà al suo tour, puntando su palchi dove il contatto con il pubblico è autentico. “Per me un successo significa vivere bene col proprio lavoro. I palasport sono già posti giganteschi ma il pubblico si misura sulla qualità delle presenze e del mio sono sicurissimo. Sono persone che hanno ascoltato i miei dischi dall'inizio e questo per me vale tantissimo. Anche io sono nel circuito, non sono un outsider. Ma i numeri non sono il mio core business, non mi interessa più di tanto.

Il timore più grande dell’artista non riguarda però il successo o i sold out, ma la possibilità di perdere le idee: “Quello che mi spaventa è il pensiero di perdere le idee: promesso che, se mi renderò conto di non averne più, smetterò di fare canzoni.

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