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Jim Carrey su “Il Grinch”: “Aveva continui attacchi di panico”

Il lato oscuro de Il Grinch: Jim Carrey crollò per il trucco e ricevette addestramento anti-tortura per resistere sul set.

Jim Carrey su “Il Grinch”: “Aveva continui attacchi di panico”

Credits: Instagram @jimcarrey__

16 Dicembre 2025

Redazione 105

A distanza di 25 anni dall’uscita de Il Grinch, emergono nuovi retroscena su una delle trasformazioni più estreme della storia del cinema. Dietro il successo planetario del film diretto da Ron Howard, che nel 2000 conquistò il pubblico natalizio, si nasconde un’esperienza che Jim Carrey ha vissuto come una vera prova di resistenza fisica e psicologica. Il risultato sullo schermo è diventato iconico, ma il percorso per arrivarci ha messo l’attore di fronte ai propri limiti.

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Otto ore di trucco estremo e tuta in pelo di yak

Per incarnare il personaggio creato da Dr. Seuss, Carrey scelse una trasformazione totale. Il lavoro del make-up artist Rick Baker portò alla creazione di una maschera complessa, una tuta di pelo di yak estremamente irritante, lenti a contatto integrali e protesi che limitavano respiro e movimenti. L’attore non poteva respirare dal naso, non riusciva a grattarsi e vedeva il mondo attraverso un tunnel visivo ridottissimo. La preparazione quotidiana arrivava a durare otto ore, rendendo ogni giornata sul set una maratona di sopportazione.

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Crisi e attacchi di panico: Jim Carrey voleva abbandonare il set de Il Grinch

Le conseguenze non tardarono ad arrivare. Durante i primi giorni di riprese, Carrey iniziò a soffrire di attacchi di panico, al punto da crollare fisicamente tra un set e l’altro. come riportato dal Vanity Fair, Howard ha ricordato un momento cruciale: “Lo vedevo sdraiato per terra tra un set e l’altro con un sacchetto di carta marrone. Letteralmente sul pavimento. Era molto infelice”. Dopo una giornata particolarmente dura, l’attore arrivò a una decisione drastica: “Era pronto a restituire i suoi 20 milioni di dollari. Era serio”.

 

Il metodo anti-tortura della CIA per far resistere l’attore sul set

Per evitare l’abbandono del progetto, la produzione prese una decisione estrema: affiancare a Carrey un esperto di resistenza alla tortura, legato all’addestramento di agenti della CIA e forze speciali. L’attore ha poi raccontato: “Hanno portato sul set un uomo che addestrava i militari a sopportare la prigionia e la tortura”. Le tecniche suggerite erano altrettanto radicali: “Mi diede un elenco di cose che potevo fare quando cominciavo a crollare”, tra stimoli fisici, cambi di ambiente e gesti ripetitivi per spezzare il panico.

 

La musica dei Bee Gees come ancora di salvezza

Col tempo, il trucco fu ridotto a circa tre ore, ma ciò che aiutò davvero Carrey fu la musica, in particolare i Bee Gees. “Ascoltavo tutto il loro catalogo durante il trucco. La loro musica è così gioiosa”, ha raccontato. Oggi l’attore non esclude un ritorno del personaggio, ma solo grazie alla motion capture, per evitare di rivivere un’esperienza che, pur avendo creato un mito, è stata vissuta come una lunga e dura battaglia.

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