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credits: Getty Images
16 Dicembre 2025
Redazione 105
Secondo una ricerca innovativa condotta all'Università di Harvard, il popolare chatbot ChatGPT non è un'entità neutrale, ma possiede una vera e propria "identità" culturale.
Gli studiosi si sono posti una domanda precisa: “Se ChatGPT fosse un essere umano, da quale parte del mondo verrebbe?”
Per scoprirlo, hanno analizzato attentamente i suoi modelli di risposta, confrontandoli sistematicamente con i dati sui valori di decine di nazioni raccolti nel World Values Survey.
Il risultato è inequivocabile: i valori che guidano il ragionamento e le risposte di ChatGPT sono incredibilmente allineati con quelli dell'Europa Occidentale. Nello specifico, incrociando i dati di oltre 60 Paesi, la cultura che più si sovrappone al "ragionamento" di ChatGPT è quella tedesca.
Dunque, ChatGPT ha una cultura algoritmica ben definita.
Questa scoperta è fondamentale perché smonta l'illusione di una risposta universale. L'AI, essendo stata sviluppata in un contesto socio-culturale specifico, ne assorbe inevitabilmente i principi fondanti.
Se l’AI dovesse dare un consiglio su questioni complesse, offrirebbe una risposta veramente universale o una risposta con un forte sapore occidentale?
Ad esempio, se un utente di un Paese con cultura e valori profondamente diversi chiedesse aiuto a ChatGPT per una questione delicata, riceverebbe inconsciamente una risposta filtrata attraverso una prospettiva culturale dominante.
L’AI non parla a tutte le culture allo stesso modo. Gli esperti di Harvard sono chiari: le risposte che otteniamo non sono affatto neutre: “Queste sono il risultato di una specifica cultura. Otterrete la risposta di un individualista occidentale”.
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