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Credits: Instagram @maxangioni_
17 Dicembre 2025
Redazione 105
Max Angioni sta attraversando una fase di passaggio. Mentre si prepara a tornare a teatro dal 30 dicembre con Anche meno - Round finale, il comico riflette su lavoro, identità e controllo, ammettendo di sentirsi in cerca di una direzione dopo anni intensissimi in tv.
Angioni non dimentica da dove arriva: feste per bambini, mille lavori diversi, 8.000 euro l’anno. Quando il successo è arrivato, ha accelerato tutto. “Quando la giostra è iniziata a girare non mi sono fermato un attimo e ho iniziato a permettermi tante cose che prima guardavo da lontano: il problema è che questo ti fa perdere di vista il loro valore”. Oggi la sua bussola è cambiata: “Quelli che ho dato alle persone care che ne avevano bisogno” - ha raccontato in un’intervista al Vanity Fair.
La fine di una relazione recente fa da sfondo a riflessioni più profonde: “Ci siamo lasciati da due mesi, lasciamo perdere. È davvero un periodo particolare, un momento in cui, per esempio, ho scoperto l’illusione che c’è dietro ai soldi, che non sono un obiettivo di vita e non ti realizzano come individuo”. Angioni parla di solitudine come spazio di conoscenza: “Sento di averne bisogno per conoscermi. La solitudine, in questo senso, riesce a riconnettermi con me stesso anche se, alla fine dei conti, non siamo mai davvero soli”.
E mette in discussione il modello tradizionale di coppia: “Penso che tutto il concetto stesso della relazione debba essere rivisto”. Il rapporto con le ex, incluso quello professionale, dimostra che un’altra strada è possibile: “Se uno riesce a comunicare apertamente e a dirsi tutto si può costruire un rapporto sereno”.
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Il tema centrale resta il controllo, messo in crisi dal lavoro e dalla vita: “La mia psicologa mi fa il c...o su questa roba: mi dice sempre che non posso controllare tutto. Ora sto provando ad accettare di più quello che succede e a mettermi l’anima in pace”. Le radici affondano nell’infanzia, in un clima emotivo instabile: “Capitava che i miei genitori litigassero spesso e io sentissi in casa una tensione che non dipendeva da me e che non avevo il potere di scacciare. Penso che questo, col senno di poi, mi abbia un po’ segnato”.
Angioni non cerca assoluzioni, ma equilibrio. Accetta l’idea che il successo non sia permanente e che l’identità non coincida con la visibilità: “Ho fatto pace col fatto che certe cose non posso né controllarle né saperle. Da parte mia, cercherò sempre di non snaturarmi pur di andare incontro al gusto dominante”.
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