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25 Novembre 2015
Se non è un porno, è chiaro che gli attori non stanno (quasi mai) facendo veramente sesso. Ma a volte la finzione può essere talmente ben riuscita da sembrare reale.
Quali stratagemmi vengono utilizzati, quindi?
Vediamone insieme qualcuno:
- Copricapezzoli e slip color carne. Per le donne le zone da coprire sono più di una. Quando i capezzoli non entrano nella scena vengono coperti dai cosiddetti pasties, praticamente gli stessi copricapezzoli che utilizzano le ballerine di burlesque. Per la zona sud, invece, si utilizzano dei microslip color carne, in alcuni casi tagliati sui lati, in modo che l’operatore dietro la macchina da presa sappia in che modo inquadrare per non farli notare. Il resto lo fa la post-produzione.
- Il calzino. Al contrario, non è vero che gli attori maschi recitino in mutande, ma è altrettanto vero che non siano completamente nudi. Utilizzano infatti uno speciale “calzino per il pene” chiamato cock sock. Gli attori ci danno due spiegazioni in merito: per non far prendere freddo al pene (!) e per avere un minimo di privacy. Jamie Dornan, il Christian Gray di Cinquanta sfumature di grigio, uno insomma che di scene hot al cinema se ne intende, commenta così: «La tua dignità è intatta quando è tutto nascosto in una piccola borsa color carne». Sbrigativo.
- Il sosia. Quando la scena di nudo è imprescindibile, ma l’attore non vuole comparire (o non se lo può permettere) ecco che scende in campo il sosia. Chi segue la serie tv Game of thrones, saprà che la scena della “walk of shame”, in cui il personaggio di Cersei Lannister è costretto a camminare nudo in mezzo a una folla inferocita che le lancia addosso di tutto, non è stata girata dall’attrice Lena Headey bensì dalla sua controfigura Rebecca Van Cleave.
- Il cerottone. Per le scene di anilungus o cunnilingus viene utilizzato un particolare tipo di assorbente che si interpone tra la faccia dell’attore e il sedere o la vagina della collega “ricevente”.
- Parrucche per la vagina. La vagina ideale non esiste. Per questo ad alcune attrici viene appiccicata “lì” una speciale parrucca (che può essere fatta di capelli umani o addirittura di seta) per dare l’illusione dell’inguine perfetto.
Non sempre, tuttavia, si tratta di finzione, anche se i casi sono molto rari. Uno di questi è Shortbus di John Cameron Mitchell, che restò famoso anche per la prima scena di sesso omosessuae, priva di censure, della storia del cinema. In questa pellicola, i due protagonisti, interpretati da Paul Dawson e PJ DeBoy, invitano un terzo ragazzo, l’attore Jay Brannan, per un momento di sesso a tre. Il regista pretese che fosse tutto molto reale.
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