La Tragedia di Superga 69 anni fa: Il calcio ricorda il Grande Torino

Il calcio ricorda il Grande Torino a 69 anni dalla tragedia di Superga. Una delle poche ricorrenze in grado di unire almeno per un giorno il litigioso mondo del calcio italiano, e non solo, è quella del 4 maggio, data in cui viene ricordata la scomparsa del Grande Torino. Un appellativo che la gloriosa formazione granata si conquistò grazie alle imprese sul campo che l’avevano portata alla conquista di 5 scudetti consecutivi a cavallo della guerra. Imprese rimaste impresse nella memoria di tutti gli appassionati e tramandate di generazione in generazione.

La tragedia di Superga lì rese “Invincibili”, in quanto, si è soliti a ricordate, “solo il fato li vinse”. Erano le 17.03 quando l’aereo Fiat G.212 della compagnia aerea ALI, siglato I-ELCE, di ritorno da Lisbona dove la squadra granata aveva disputato un’amichevole, apprestandosi all’atterraggio in condizioni meteorologiche proibitive, precipitò sulla collina alle porte del capoluogo piemontese, schiantandosi sul muraglione del terrapieno posteriore della Basilica di Superga. Dei 31 passeggeri, tra cui 18 giocatori, 3 membri dello staff tecnico, 3 dirigenti, 3 giornalisti e 4 membri dell’equipaggio, non ci fu alcun sopravvissuto.

La celebrazione, quest'anno, prevede una messa alle 17 a cui parteciperà la squadra al completo con il patron Urbano Cairo, officiata da don Robella e con la lettura dei nomi dei caduti da parte del capitano granata, Andrea Belotti: un gesto simbolo del 4 maggio del Toro. 

Un ricordo che, ogni anno, riporta in vita gli “Invincibili”, anche se, come precisò Indro Montanelli “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto «in trasferta»”.