04 Luglio 2016
Alle catene di sant'Antonio siamo ormai abituati e i social network sono gli "ambienti" ideali per la loro diffusione. Alcune di esse, tuttavia, continuano a stupire per quanto virali possano diventare. L'ultima in ordine cronologico, è una catena relativa alla difesa della privacy: avvertendo gli utenti di un'imminente appropriazione e diffusione di informazioni da parte di Facebook, il testo della bufala invita gli utenti alla condivisione per potersi tutelare da eventuali violazioni di contenuti, immagini e informazioni dal proprio profilo.
Ecco il testo completo:
"Scadenza domani!!! Tutto quello che avete postato diventa pubblico da domani. Anche i messaggi che sono stati eliminati o le foto non autorizzate. Non costa nulla per un semplice copia e incolla, meglio prevenire che curare. Canale 13 ha parlato del cambiamento nella normativa sulla privacy di Facebook. Io non do facebook o qualsiasi entità associata a facebook il permesso di usare le mie immagini, informazioni, i messaggi o i post, passato e futuro. Con questa dichiarazione, do avviso a Facebook che è severamente vietato divulgare, copiare, distribuire, trasmettere o prendere qualsiasi altra azione contro di me sulla base di questo profilo e / o il suo contenuto. Il contenuto di questo profilo è privato e le informazioni riservate. La violazione della privacy può essere punita dalla legge (UCC 1-308-1 1 308-103 e lo statuto di Roma). Nota: Facebook è ora un’entità pubblica. Tutti i membri devono pubblicare una nota come questa. Se preferisci, puoi copiare e incollare questa versione. Se non pubblichi una dichiarazione almeno una volta, Sara ‘ tatticamente permettendo l’uso delle tue foto, così come le informazioni contenute negli aggiornamenti di stato di profilo. Non condivido. Copia e incolla per stare sul sicuro".
Con il tempo, probabilmente, la popolazione di Facebook imparerà a distinguere meglio le notizie e le comunicazioni utili da semplici bufale come questa. Sembra assurdo pensare che Facebook voglia appropriarsi di contenuti e informazioni personali contro la volontà dei suoi iscritti. Ma, anche se fosse, basterebbe davvero un semplice post per opporsi ad una violazione simile?