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19 Maggio 2019
Le api stanno scomparendo. Nonostante esse siano molto importanti per la nostra alimentazione, in quanto sono tra i responsabili principali dell’impollinazione di molte piante, la loro popolazione mondiale sta drasticamente scendendo.
Infatti, la vita di circa il 90% delle piante selvatiche dipende da questi insetti come anche 1/3 della produzione mondiale di cibo.
Se si continuasse su questa strada verrebbe compromesso il 75% della produttività delle colture. Secondo gli esperti a forte rischio sarebbero pomodori, mele, fragole e mandorle.
Perché, allora, le api stanno andando in declino? Ebbene, la colpa sarebbe da attribuire alla maggior incidenza di malattie, alla riduzione del loro habitat e all’agricoltura intensiva.
I nemici numeri uno per le api però sembrano essere i neonicotinoidi, pesticidi che entrano nel sistema vascolare delle piante, nel nettare e nel polline, una fonte primaria per l’alimentazione delle api: queste sostanze chimiche sono tra le responsabili principali dell’aumento della mortalità delle api.
Inoltre, secondo alcuni scienziati, l’esposizione di questi insetti ai neonicotinoidi starebbe provocando un evidente spopolamento degli alveari. La scoperta è merito dell’Università di Harvard che ha analizzato 18 colonie di api nel Massachussets.
Questo studio conferma anche come i pesticidi non siano biodegradabili ma rimangono a lungo nel terreno e nei campi dove vengono usati.
Pensate che solamente negli Stati Uniti d’America la popolazione di api è diminuita del 30% grazie all’uso di fungicidi, erbicidi e insetticidi. Secondo altre ricerche pubblicate su Nature le api a contatto con questi pesticidi hanno il doppio della probabilità di morire rispetto a quelle non esposte.
Infine, il colosso Greenpeace ha scoperto 7 insetticidi che dovrebbero essere eliminati per evitare la morte delle api: imidacloprid, thiametoxan, clothianidin, fipronil, clorpirifos, cipermetrina e deltametrina.
Che ci troviamo davvero di fronte alla fine delle api?