06 Settembre 2016
Sarà capitato almeno una volta a tutti voi di rincontrare un amico o un conoscente dopo un forte periodo di stress e trovarlo improvvisamente… ingrigito.
Essere sotto pressione per motivi lavorativi o personali non è mai positivo per la nostra salute generale e (forse) neppure per la pigmentazione dei nostri capelli.
Ma in che modo questo può influenzare il colore della nostra chioma?
Innanzi tutto bisogna capire come “funzionano” i capelli, che sono essenzialmente materia morta. Nel cuoio capelluto, invece, i follicoli lavorano per produrre il pigmento all’interno di cellule chiamate melanociti.
Quando si è giovani la produzione di pigmento non è un problema, ma quando si va avanti con l’età si incorre nel cosiddetto stress ossidativo (che non c’entra nulla con lo stress emotivo, ma riguarda le cellule). Con l’indebolimento dei follicoli, anche i melanociti si indeboliscono e muoiono. I capelli risultano quindi poveri di pigmento, ingrigiscono, diventano più ispidi e fragili.
Lo stress può velocizzare questo inevitabile processo naturale?
Secondo la dermatologa Miri Seiberg, più che influenzare il colore dei capelli, lo stress potrebbe causare la loro caduta, con alcune eccezioni: «Uno stress molto forte, cronico, è noto per aumentare lo stress ossidativo. La storia documenta come i capelli di alcuni prigionieri condannati [ricordate la vicenda di Maria Antonietta, i cui capelli diventarono bianchi in un giorno alla vigilia della sua decapitazione?] siano diventati bianchi in una sola notta prima della loro esecuzione».
È tuttavia possibile che questi condannati possano essere stati colpiti improvvisamente da una malattia nota come alopecia areata diffusa, che porta alla perdita di molti capelli anche in poche ore. Siccome i capelli scuri sono quelli che cadono più facilmente, è possibile che fossero rimasti in evidenza solo quelli già grigi precedentemente.
Una perdita precoce di pigmentazione può essere causata anche da altri fattori: lo stato di salute, le proprie abitudini e le condizioni ambientali.
I fumatori, ad esempio, hanno 4 volte più probabilità di incorrere in un incanutimento precoce rispetto a chi non tocca sigarette, così come le persone malnutrite o quelle che vivono in ambienti molto inquinati.