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Il Tribunale condanna Facebook: plagiata una start up italiana
La Corte di Milano ha dato ragione ad una piccola azienda milanese che aveva accusato il colosso di Zuckerberg di aver copiato l'idea per una app.
La Corte d'Appello di Milano ha condannato Facebook per "atti di concorrenza sleale e violazione dei diritti di autore". L'accusa al gigante statunitense era stata mossa cinque anni fa da Business Competence, una piccola azienda sviluppatrice di software nata a Cassina de Pecchi, alle porte di Milano, dalle idee e dall'ambizione di 3 ragazze (due milanesi e un'abruzzese) e di un ragazzo pugliese.
Il nodo della discordia è un'applicazione che l'azienda italiana, nel 2012, ha provato a vendere a Facebook. L'app si chiama Faround ed è stata ideata per geolocalizzare lo smartphone in modo da suggerire al suo possessore la posizione delle attività commerciali più vicine, le relative informazioni e i commenti con cui gli altri utenti le hanno recensite. Il colosso di Zuckerberg decide di prendere in esame il progetto ma, quattro mesi dopo, invece di comunicare la decisione definitiva ai responsabili di Business Competence, lancia Nearby, un'app praticamente identica, nella forma e nel contenuto, all'italiana Faround.
Ora, a cinque anni di distanza, il Tribunale di Milano ha finalmente riconosciuto gli "univoci e concordanti indizi" del plagio a danno dell'impresa milanese, che ha chiesto ed ottenuto l'immediata rimozione dell'applicazione Nearby da Facebook, almeno per quanto riguarda il territorio italiano. Una bella soddisfazione per il team di Business Competence che, in attesa della sentenza definitiva e della quantificazione del risarcimento, può godersi i frutti della giustizia e la vittoria legale contro uno dei colossi più potenti del mondo.
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