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20 Marzo 2017
Il 20 Marzo è la Giornata mondiale della felicità: è stata l’Organizzazione delle Nazioni Unite ad istituire questa data, nel 2012, considerando la felicità come un obiettivo universale cui tutti gli esseri umani aspirano. Nella società contemporanea si pensa che il benessere dipenda solo dai fattori economici, ma questo è vero in parte: i soldi sono in grado di migliorare la qualità delle nostre vite, ma a far stare veramente bene le persone è il livello di felicità, che può dipendere anche da cose molto semplici. Secondo una serie di ricerche, infatti, lo star bene potrebbe derivare da attività rilassanti, stimolanti e creative quali dipingere, scrivere, cantare, cucinare, o addirittura lavorare all’uncinetto. Le sorprese non finiscono qui, perchè secondo un’altra ricerca l’età più felice non sarebbe la gioventù, ma quella che inizia a partire dai quarant’anni. In quel periodo, oltre a un calo delle capacità cognitive e fisiche, ci sarebbe anche un abbassamento dello stress, il che sarebbe determinante per farci stare meglio. L’età più impegnativa, invece, sarebbe quella compresa tra i 20 e i 30 anni, perchè dominata dall’incertezza del futuro.
Un ruolo nel livello della felicità ce l’avrebbero anche i nostri geni. Tuttavia, il benessere varia soprattutto a seconda del paese in cui si vive, a confermarlo è la classifica del “World happiness report 2016” che vede la Danimarca come il paese più felice, mentre l’Italia si posiziona solo al cinquantesimo posto, per il secondo anno consecutivo. Il nostro paese è tra quelli che sono calati di più negli ultimi anni, anche a causa della crisi economica. In capo alla classifica, assieme alla Danimarca, ci sono Svizzera, Islanda, Norvegia e Finlandia.
Photo credit: Pixabay