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Problemi di memoria? Fate come gli antichi Greci

Sembra che un trucco efficace per potenziare la propria memoria sia stato sperimentato da un poeta della Grecia antica.

Problemi di memoria? Fate come gli antichi Greci

21 Marzo 2017

All'acume degli antichi Greci dobbiamo molte delle scoperte fondanti dell'era moderna. Oltre ad arte, filosofia e sistemi matematici, anche alcune importanti nozioni di mnemotecnica hanno attraversato i secoli e arricchito il nostro sapere sul funzionamento del cervello umano.

Sembra infatti che uno dei pionieri di questo ramo scientifico sia vissuto proprio nell'Antica Grecia e che con una tecnica di sua invenzione abbia influenzato lo studio della memoria nei secoli a venire. Il suo nome era Simonide di Ceo, un poeta greco originario della piccola città di Iuli che giunse ad Atene grazie alla notorietà ottenuta dalle sue composizioni. Per ricordare e recitare al meglio le proprie liriche, il poeta utilizzava un trucco: egli osservava gli oggetti che lo circondavano e attribuiva ad ognuno una parola o un verso da memorizzare. In questo modo, era sufficiente ricordare il singolo oggetto per stimolare il cervello a rievocare dati e informazioni specifiche.

Un recente articolo sul "The Guardian" ha confermato la fondatezza e l’utilità di questa tecnica, osservando che essa è in grado di potenziare le connessioni delle sinapsi e di modificare in modo significativo il cablaggio cerebrale, cioè il modo in cui vengono "immagazzinati" i ricordi. Varrebbe la pena, dunque, approfondire il funzionamento di questo trucco, non solo per migliorare la propria memoria per ottenere maggior successo sul lavoro, ma anche per continuare la ricerca per sconfiggere malattie che, come il morbo di Alzheimer, compromettono in modo irreversibile la mente umana.

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