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28 Marzo 2017
A volte la realtà supera la fantasia. In due distinti casi di cronaca i social network sono stati fondamentali nelle indagini e nell'arresto di alcuni malviventi, che si vantavano della loro “bella vita” su internet. La Polizia, grazie a queste prove, è così riuscita a rintracciare i criminali fuggitivi e a condurli in prigione.
Il primo fatto di cronaca risale alla scorsa estate. Una banda di Napoli, composta da tre malviventi, era esperta di furti in casa. Tra luglio e settembre 2016 avevano messo a ferro e fuoco diverse abitazioni del capoluogo campano e della Campania, riuscendo a mettere da parte un ingente bottino, di cui si vantavano al telefono e sui social network. La Polizia era già sulle loro tracce e quando ha visto alcune foto da un resort di lusso alle Maldive, postate da uno di loro, i sospetti si sono intensificati, considerando che i tre indagati non avevano grandi risorse economiche. “4.000 euro al mese. Quanto noi guadagnano solo i politici” si vantavano sul web. I tre sono stati identificati e accusati di associazione a delinquere finalizzata al furto.
L'altro caso di cronaca riguarda un latitante romeno 35enne, Valentin Jiuan, che era stato condannato in contumacia a 14 anno per omicidio volontario. Nel 2010 l'uomo aveva ucciso a sprangate e a colpi di mazza di ferro, con la complicità di altre due persone, un connazionale di 34 anni, Miros Floris Georghe. Jiuan da allora si era reso irreperibile e solo grazie alle tracce lasciate dai suoi familiari su Facebook, Snapchat e YouTube sono riusciti a ritrovarlo. L'uomo era scappato a Londra e viveva lì da qualche anno, “si era integrato nella comunità romena londinese” ha affermato il comandande della squadra Mobile Loris Petrillo, “è stato estradato in Italia e ora si trova al carcere di Rebibbia dove deve scontare la condanna, confermata anche in Cassazione”.