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16 Maggio 2017
Le monetine da 1 e 2 centesimi potrebbero avere i giorni contati. Quelle piccole monetine infatti nel nostro portafogli fanno più volume che sostanza. Chi cerca di liberarsene alla prima occasione sarà sollevato dal sapere che le due più piccole delle monetine di euro in circolazione potrebbero essere rimosse.
È quello che è stato proposto con l’emendamento alla manovra correttiva presentato da poco dal PD. Se l’emendamento passasse, l’Italia seguirebbe le orme di Finlandia, Olanda, Irlanda e Belgio che, una dopo l’altra, hanno deciso già da qualche anno di non usare più le monete di 1 e 2 centesimi, sebbene queste abbiano mantenuto il loro corso legale.
La proposta avanzata dal PD ha lo scopo di far confluire i risparmi della mancata coniazione nel Fondo per la riduzione del debito pubblico. Il Ministero dell’Economia dovrà poi stabilire i criteri con cui i prezzi verranno arrotondati ai 5 centesimi più vicini.
Nei paesi che hanno già optato per questa soluzione l’arrotondamento avviene sul conto finale della spesa: ciò vuol dire che sui prezzi dei singoli prodotti non è stata apportata modifica. E per giunta, questo viene effettuato solo per i pagamenti in contanti. L’arrotondamento avviene per eccesso o per difetto.
Ma sarà una cosa positiva? Sebbene ci sia chi ritiene che si possa determinare un aumento dell’inflazione, bisogna anche dire che Finlandia, Olanda, Irlanda e Belgio hanno visto sempre l’appoggio delle associazioni dei consumatori nella decisione di abolire 1 e 2 centesimi.
E poi c’è da considerare che la produzione dei centesimi ha un costo superiore al valore nominale: coniare una moneta da un centesimo, ad esempio, costa 4,5 centesimi. Insomma, il gioco non vale la candela.