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Ecco come la fertilità maschile sta diminuendo (e non solo quella!)

Non solo alcol, cibo e sedentarietà: anche gli indumenti compromettono gli spermatozoi.

Volete assicurarvi di poter avere figli? Allora meglio dare un taglio netto ad alcol, cibi dannosi e cominciare a fare sport, perchè queste sarebbero le cause dei problemi di fertilità dell’uomo. E se sulle prime non c’è nulla di nuovo da dire (la salute prima di tutto!), forse vi sorprenderete scoprendo che gli indumenti possono influenzare, e di molto, la condizione degli spermatozoi dell’uomo. State attenti soprattutto alla vostra biancheria intima, perchè la questione è seria: "Indossando mutande strette tutte le notti, come dimostra uno studio su Human Reproduction, si registra una riduzione degli spermatozoi fin quasi l'azzeramento", ha spiegato Andrea Isidori dell'Università La Sapienza.

Di fertilità maschile si è discusso all’interno del seminario "La salute andrologica: corretta informazione, efficace prevenzione e diagnosi precoce" organizzato dal Policlinico Umberto I di Roma. Secondo quanto emerso all’interno del convegno, l’infertilità è un problema molto serio, in continuo aumento negli uomini dei paesi occidentali. "Tra i maschi nati nel 1979 e i nati nel 1987 il numero di spermatozoi morfologicamente normali si è ridotto del 25%, secondo uno studio di International Journal of Andrology" ha affermato ancora il professore Isidori.

Su questa questione hanno preso parola molteplici realtà, tra cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui in occidente il 15-20% delle coppie soffre di infertilità e nel 35-40% di questi casi dipende dall'uomo. Anche una ricerca sul New England Research ha confermato questi dati, affermando che i cinquantenni di oggi hanno livelli di testosterone minori del 10% dei cinquantenni di 30 anni fa.

E secondo un recente studio, le nuove generazioni di maschi sarebbero sì più alti, ma contemporaneamente subirebbero una riduzione della lunghezza del pene di poco meno di un centimetro rispetto ad alcuni anni fa (ricerca fatta sulla base di un campione di 2mila ragazzi italiani tra i 18 e i 19 anni). Insomma, non è un bel periodo per i nostri maschietti di casa.



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