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12 Giugno 2017
Si può essere licenziati perché vegetariani? È quello che è successo ad Alice Blandini, 33enne di origini palermitane, che lavorava da ormai 8 mesi presso l’Ipercoop di Bologna. All’ennesima scadenza del contratto a tempo determinato, "senza mai un giorno di malattia e sempre con il massimo impegno”, Alice è stata contattata dal direttore per la proroga successiva, che le ha proposto il trasferimento al reparto gastronomia.
Alice, vegetariana da quasi 20 anni e volontaria da 9, in un primo momento ha accettato, ma poi non ha retto al pensiero di dover lavorare a stretto contatto con animali morti. “Quando ho visto la testa del maiale nel bancone dei salumi, mi sono sentita veramente male”, ha affermato, chiedendo di essere spostata in un altro reparto. Coop Alleanza 3.0, a questo punto, non le ha più rinnovato il contratto, sostenendo che “la cosa era limitativa per l’azienda”. Non potendosi permettere un legale, Alice si è rivolta alla Filcam-Cigl, accusando Coop di discriminazione nei suoi confronti.
"Non si tratta certamente di un episodio di discriminazione, per cui chiunque – se ritiene di esserne stato vittima – può, giustamente e legittimamente, rivolgersi alla magistratura. Noi non entriamo nel merito né prendiamo posizione sulle scelte libere e personali dei nostri lavoratori, come quella, appunto, di essere vegetariani, per motivi etici o di salute, ma anzi crediamo e ci impegniamo per il loro rispetto e per la loro tutela", ha sostenuto Coop, ritenendo l’accusa "del tutto impropria e priva e fondamento, a meno che – sovvertendo completamente la logica del discorso – non si intenda discriminante offrire un’opportunità di lavoro.” In poche parole, Alice stessa si è dichiarata incompatibile con le posizioni aperte in azienda.
Il direttore ha dichiarato che alla Blandini saranno comunicate eventuali nuove proposte che possano risultare in linea col suo profilo.
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