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07 Luglio 2017
La storia di Charlie Gard ha fatto ormai il giro del mondo e tutti cercano, in qualche modo, di fare qualcosa per salvare la vita al bambino. Il bambino, lo ricordiamo, è affetto da una rarissima malattia genetica, la sindrome da deplezione del DNA mitocondriale, che la medicina attuale considera incurabile.
Dopo l’interesse di Donald Trump ora arriva anche quello di Papa Francesco. L’ospedale romano “Bambin Gesù”, di proprietà della Santa Sede, si è offerto di ospitare Charlie per provare una cura sperimentale ma una telefonata tra i Ministri degli esteri italiano e britannico ha bloccato il tutto: per questioni legali non è possibile spostare il bambino dal Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è attualmente ricoverato in terapia intensiva.
Proprio ieri infine la madre di Charlie aveva affermato che da Londra stanno per spegnere le macchine che tengono in vita il bambino, visto che ormai le sue cure sono considerate inutili. Dal Vaticano però arrivano nuove e incoraggianti notizie: sembra che alla vicenda si sia interessato anche Papa Bergoglio che sarebbe disposto ad offrire al bambino il passaporto di Città del Vaticano, in modo da facilitare lo spostamento di Charlie da Londra a Roma.
I genitori di Charlie vogliono infatti che il loro bambino continui a vivere e a lottare contro la terribile malattia che lo ha colpito, e hanno reso pubblico un documento ufficiale firmato da cinque medici dove si afferma che Charlie ha ancora il 10% di possibilità di rispondere in maniera positiva ad un particolare trattamento, cioè ad un costosissimo farmaco sperimentale in vendita negli Stati Uniti. Si tratta di una percentuale bassa di successo, ma alla quale i genitori del piccolo stanno cercando di aggrapparsi con qualsiasi mezzo a disposizione per tentare l’ultima, disperata, carta per salvargli la vita, nonostante il parere contrario dei medici del Great Ormond Street Hospital.
Alcune indiscrezioni inoltre affermano che si sta tentando anche un’altra vita per salvare Charlie Gard: dagli Stati Uniti infatti pare vogliano spedire il farmaco direttamente all’ospedale londinese, per tentare la cura.
Photo credit: Facebook