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27 Luglio 2017
Secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo il sesso è un diritto fondamentale anche dopo i 50 anni. Lo ha stabilito in una sentenza recente che ha ribaltato la decisione di alcuni giudici portoghesi, che avevano ridotto un risarcimento che spettava ad una donna solo perché questa aveva superato i 50 anni di età.
Ma partiamo dal principio: Maria Morais è una donna portoghese che nel 1995, quando aveva due figli e 50 anni, ha subìto un intervento ginecologico non perfettamente riuscito. Il risultato fu che la donna, da allora, non ha più potuto avere rapporti sessuali. Per questa ragione la Morais ha fatto causa all’ospedale che l’ha operata ottenendo, inizialmente, un risarcimento per danni fisici e psicologici pari a 80mila euro. Poi fu la volta della Corte d’appello e nel 2013 l’ospedale riuscì ad ottenere dai giudici della Corte Suprema Amministrativa di Lisbona uno “sconto” di un terzo rispetto all’importo stabilito all’inizio in quanto, secondo loro, all’età di 50 anni il sesso non era così importante come per una persona più giovane, in particolare “l’intervento era avvenuto a un’età in cui il sesso non è così importante come negli anni precedenti”. La storia fece molto scalpore in Portogallo e i media ne parlarono per molto tempo, c’è chi etichettò la sentenza come “giurisprudenza talebana”.
La Morais decise quindi di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che oggi le ha dato ragione contestando la sentenza dei giudici portoghesi che aveva ridotto il risarcimento. I giudici europei inoltre hanno condannato il Portogallo a pagare un risarcimento di 3.250 euro per danni e 2.460 euro per le spese processuali: “La questione dibattuta non è la mera considerazione dell’età o del sesso, ma l’assunzione che la sessualità non è così importante per una donna di cinquant’anni e madre di due bambini rispetto a una più giovane” si legge nella sentenza. “Questo assunto riflette un’idea tradizionale della sessualità femminile legata essenzialmente a scopi riproduttivi, e ignora la sua rilevanza fisica e psicologica per la piena realizzazione della donna come persona. Nella visione della Corte le considerazioni della corte Suprema Amministrativa mostrano i pregiudizi prevalenti nel sistema giudiziario in Portogallo”.