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“Nel 2060 non ci saranno più coste”, l’allarme dei Verdi

“Saranno tutte cementificate”, in Italia la situazione è ben peggiore che nel resto d’Europa. Inoltre molti stabilimenti sono in mano alla mafia.

“Nel 2060 non ci saranno più coste”, l’allarme dei Verdi

02 Agosto 2017

Il sasso è stato lanciato e l’allarme è di quelli che non si dimenticano: “Con il ritmo di speculazione attuale, nel 2060 non ci saranno più coste da proteggere perché saranno tutte cementificate” afferma Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi, durante la presentazione del dossier “2017 Odissea nelle spiagge”.

Stando ai dati dell’Ispra e dell’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, le coste italiane sono tra quelle messe peggio, rispetto alla media europea: si parla di 19,2 milioni di metri quadri di spiagge occupati da stabilimenti, 160 milioni di metri cubi di cemento sparsi negli 8mila chilometri delle nostre coste, “una incredibile colata selvaggia che corrisponde a 534mila appartamenti da 100 m² l’uno” dice Bonelli. Inoltre su tre quarti delle coste italiane vi sono coperture artificiali e un terzo sono interessate da fenomeni erosivi. La situazione sembra dunque piuttosto preoccupante e il futuro, se non vengono adottate urgentemente misure di contenimento, potrebbe essere nero.

Come se non bastasse negli ultimi 5 anni sono stati sequestrati 110 stabilimenti balneari appartenenti alla mafia. La criminalità organizzata acquista stabilimenti per “riciclare denaro di provenienza illecita sulle spiagge”, inoltre anche perché “lo stabilimento balneare ha un alto livello di redditività considerato che il costo irrisorio della concessione demaniale incide meno dell’1% sul fatturato dello stabilimento come è possibile verificare dai bilanci dell’agenzia del demanio” si legge sul dossier. Secondo i Verdi investire sulla balneazione offre degli ottimi ricavi mentre i canoni dovuti dai gestori al demanio sono ancora troppo bassi, in altre parole gli incassi del demanio sono irrisori se paragonati ai fatturati degli stabilimenti balneari: ogni anno lo Stato, secondo il dossier, incassa circa 100 milioni, mentre il fatturato degli stabilimenti si attesta sui 10 miliardi di euro.

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