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29 Agosto 2017
Con la sentenza 20425/2017 della Suprema Corte, la Cassazione ha dichiarato che il bollo auto andrà in prescrizione dopo 36 mesi, modificando di fatto il limite dei 10 anni imposto dal precedente orientamento giurisprudenziale.
In parole povere, se trascorrono tre anni dalla data in cui il versamento della tassa di possesso dell'auto era dovuto, le regioni non potranno più riscuotere l'imposta se, nel corso del triennio, i cittadini indietro con i pagamenti non hanno ricevuto alcuna notifica o sollecito di pagamento.
I tre anni vengono calcolati a partire dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello cui la scadenza del bollo auto fa riferimento: se, ad esempio, il vostro bollo auto fosse scaduto il 20 agosto 2017, allora la tassa (e l'eventuale mora) potrà essere riscossa dalla regione entro e non oltre il 31 dicembre 2020, data dalla quale scatterà la prescrizione.
Il conteggio dei tre anni, tuttavia, viene azzerato nel caso in cui l'ente locale notifichi agli automobilisti il mancato pagamento del bollo: in quel caso le cartelle esattoriali sarebbero assolutamente legittime e il limite della prescrizione verrà spostato di altri tre anni, facendolo decorrere dal giorno di avvenuta consegna della comunicazione da parte della regione.
Gli automobilisti dovranno comunque fare attenzione anche nel caso ricevessero un avviso di pagamento dopo il suddetto triennio, poiché il ricorso per richiedere la prescrizione del bollo va fatto entro e non oltre i 60 giorni dalla ricezione della cartella esattoriale.
Un cambiamento sostanziale, dunque, rispetto all'orientamento precedente, che invece fissava a 10 anni il limite di prescrizione per la notifica di pagamento degli arretrati del bollo auto: da ora questo termine decennale, applicato agli atti di tipo giudiziale, non potrà riguardare gli atti tributari come il bollo auto, che sono invece di natura amministrativa.
Photo credit: Flikr