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25 Settembre 2017
Utilizzare emoticon e faccine assortite sul lavoro è controproducente. Soprattutto per quanto riguarda la prima impressione che si può creare nel destinatario delle comunicazioni: si rischia infatti di sembrare degli incompetenti. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista “Social Psychological and Personality Science” e non a caso intitolato “The dark side of a smiley”.
Gli autori della ricerca sono Ella Glikson, Arik Cheshin e Gerben van Kleef delle università Ben Gurion e Haifa, in Israele, e di Amsterdam, che hanno analizzato le email di lavoro contenenti emoticon di 539 persone in 29 Paesi. I risultati sono stati molto chiari: l’effetto positivo della faccina, utilizzata per rompere il ghiaccio o per superare la freddezza tipica di una conversazione via chat, in realtà veicolerebbe un messaggio nascosto di impreparazione e incompetenza. Non solo: secondo gli esperti, un’email con uno smiley o un'immagine del pollice all’insù non si limita soltanto a questo effetto negativo, ma renderebbe persino il destinatario meno propenso a condividere informazioni con il mittente, facendo così diventare più complicato e meno produttivo il lavoro all’interno di un team.
“Le regole della comunicazione online rischiano di essere confuse e ciò che funziona in un contesto amichevole può essere invece devastante in una comunicazione formale - ha spiegato Ella Glikson alla Cnn - al contrario, un sorriso con i due individui fisicamente uno di fronte all’altro, fa apparire la persona in questione più attraente, sincera, fidata, cordiale e competente”.
Secondo la studiosa, infine, chi rischia di ritrovarsi maggiormente in difficoltà a causa di questa commistione tra livello formale e informale e tra digitale e interpersonale sono le nuove generazioni, cioè i giovani che si affacciano adesso al mondo del lavoro e che sono cresciuti in un contesto di chat e messaggini. “Crediamo che le emoticon stiano diventando un vero e proprio nuovo linguaggio - ha concluso Glikson - che ha bisogno di regole e limitazioni da imparare a conoscere e rispettare”.