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28 Novembre 2017
Un recente studio aveva già mostrato un nesso tra intelligenza e consumo di alcolici, con grande gioia degli amanti del calice.
Ma c’è un ulteriore sviluppo: secondo il neuroscienziato dell’Università di Yale Gordon Shepherd, quando beviamo vino coinvolgiamo tutti i nostri sensi: la vista si fa catturare dall’etichetta sulla bottiglia e guarda con attenzione il momento in cui viene stappata.
Poi entra in gioco l’olfatto, provando a distinguere i profumi di fiori e frutta che rendono unica la bevanda a base d’uva. Infine le papille gustative assaporano il gusto del vino e ne elaborano le varie note dolci, acide o sapide.
Per di più la nostra memoria rimanda ad altri assaggi, altre cene e ricordi piacevoli associati a ciò che stiamo bevendo. Insomma, la degustazione di vino stimolerebbe la mente umana molto di più che risolvere un problema di matematica.
Nel suo libro, “Neuroenology: How the Brain Creates the Taste of Wine” lo stesso Shepherd ha affermato che l’esercizio continuo fatto dai sommelier di tutto il mondo porti all’ispessimento di certe aree del loro cervello, favorendo una maggiore agilità mentale.
Siete contenti? È proprio il caso di fare un sonante brindisi a questa sensazionale scoperta.