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Miguel, il nonno di 81 anni che parte per l’Erasmus

Miguel, valenciano, iscritto alla facoltà di Storia, non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi ventenni

Miguel, il nonno di 81 anni che parte per l’Erasmus

(Credits photo: The Local)

16 Febbraio 2018

Non è mai troppo tardi, si dice di solito per sottolineare il fatto che ognuno abbia i propri tempi.

Se per voi l’Università è solo un lontano ricordo ma non aver fatto l’Erasmus resta il vostro grande cruccio, tranquillizzatevi. Un giorno avrete la vostra occasione e potrete concludere degnamente il percorso di studio con una bella esperienza all’estero. Anche se nel frattempo avrete i capelli bianchi.

C’è già qualcuno nel mondo che l’ha fatto, quindi non vi sentirete soli. Si tratta di uno studente un po’ attempato che ha deciso di lasciare la sua casa in Spagna per vivere un periodo di studio fuori sede a Verona.

Fin qui tutto normale. Se non fosse che il “giovane” universitario ha 81 anni. Si chiama Miguel Castillo ed è un notaio valenciano iscritto alla facoltà di Storia. L’Erasmus è un programma dedicato ai ventenni? Niente affatto. Lui, che si classifica come il più anziano ad aver deciso di parteciparvi, ha energia da vendere e per questo non ha nulla da invidiare ai ragazzi che si avventurano nella più entusiasmante tra le proposte che l’Università mette a disposizione degli iscritti.

Miguel raggiungerà il Veneto in compagnia della moglie (per lui saranno probabilmente abolite le divertenti feste in cui socializzare con le esponenti del gentil sesso) e dopo un periodo in hotel si metteranno alla ricerca di un appartamento.

Cosa ha spinto Miguel a fare questa scelta? Forse il desiderio di vivere fino all’ultimo senza lasciarsi sfuggire nessuna delle possibilità che la vita può offrire, non solo la voglia di arricchire il proprio curriculum studentesco. L’uomo ha, infatti, avuto un infarto dieci anni fa e da allora si è ripromesso di non trascorrere il tempo che gli resta ad osservare cantieri. L’ha raccontato lui stesso in un’intervista a “La Stampa”, in cui confessa:

«Le mie figlie mi dicono che sono matto, ‘è una cosa da ragazzini’, ma io sono un ragazzino. Dentro».

E la mogliettina cosa ne pensa?

«Mi dice che teme di finire in un pigiama party. Io le ho detto di preparare la camicia da notte».

I nipoti sono invece più concreti e gli stanno insegnando i rudimenti di Skype. Miguel ha un buon rapporto con i ventenni:

«Siamo molto amici. Mi chiamano ‘abu’ (‘abuelo’, nonno). Mi passano gli appunti, e io, che ero notaio, gli dò consigli su come fare testamento». Eh già. Perché nella vita non si può mai sapere. Immaginiamo già le conversazioni esilaranti dopo qualche bicchiere di sangria.

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