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(Credits photo: nydailynews.com)
27 Febbraio 2018
Un condannato a morte che non riesce a morire.
È successo in Alabama, dove Doyle Hamm condannato alla pena capitale, è stato sottoposto a ben 12 buchi sul corpo. La ragione è che i due team medici non riuscivano a trovargli una vena adatta per iniettare la flebo fatale. Quindi per oltre due ore e mezza hanno cercato invano una vena che non voleva farsi trovare.
Alla fine l’esecuzione è stata rimandata.
I legali di Hamm hanno dichiarato:
«È stato un atto di tortura».
I legali avevano già avvertito le autorità legali che Hamm era un malato di cancro terminale e che in passato aveva fatto uso di droghe per via endovenosa. Le due cose avrebbero reso molto difficile l’attuazione della pena capitale tramite l’iniezione di una sostanza letale.
Ma le autorità statali non li hanno ascoltati e il risultato sono stati oltre 12 buchi sul corpo. Per due ore e mezza.
Hamm è stato condannato a morte per un omicidio commesso nel 1987. L’uomo ora ha 61 anni e ha trascorso più della metà della sua vita nel braccio della morte.
Ora Hamm è in attesa perché la data per la sua nuova esecuzione non è stata ancora fissata.
Questo tentativo di pena capitale lo ha lasciato con 12 punture sulle gambe e sull’inguine. Il suo avvocato ha affermato che il team medico potrebbe avergli bucato la vescica e la sua arteria femorale.
I legali parlano di “atto di tortura”.
Aggiungiamo anche violazione della dignità umana.