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28 Febbraio 2018
Questi sono giorni difficili.
La neve è splendida ma non piace a tutti.
Specialmente a una categoria in particolare.
I pendolari.
I pendolari sono degli esemplari molto coraggiosi che ogni mattina si svegliano all’alba, e devono poi prendere una quantità spropositata di mezzi (il treno in primis) per raggiungere il luogo di lavoro che di solito si trova in un’altra regione.
I pendolari, categoria a rischio, sono esposti al pericolo soprattutto in momenti come questi. Burian, l’ondata di gelo che si è abbattuta sull’Italia, con loro è particolarmente crudele perché impedisce il loro arrivo al lavoro.
La ragione? Con la neve i treni si fermano. E di conseguenza arrivare al lavoro diventa un’impresa epocale.
Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui ha dichiarato:
«Sono stati commessi degli errori, che non ripeteremo. E dobbiamo delle scuse ai passeggeri. Quando uno sta sette ore in treno c'è poco dire, bisogna solo scusarsi, e attrezzarsi per fare sì che non accada più».
Di tutt'altro parere sembra essere invece Maurizio Gentile, amministratore delegato della Rete Ferroviaria Italiana, che al Corriere della Sera ha dato la colpa alle previsione meteo (sbagliate):
«Noi ci muoviamo secondo piani di emergenza che prevedono tre livelli, lieve, medio e grave, legati agli allarmi meteo della Protezione civile. La nevicata attesa su Roma era debole. Siti meteo qualificati stimavano 3 centimetri al suolo con esaurimento del fenomeno alle 7 di mattina. Su questa base abbiamo oggettivamente commesso un errore: non abbiamo ridotto l'offerta di treni, come facciamo nei casi più gravi. In realtà i centimetri di neve sono stati 15 e ha nevicato fino alle 10».
L’errore dunque sembra essere stato uno scarso preavviso circa l’entità della neve e di conseguenza i suoi eventuali danni.
Gentile ha poi spiegato come fare in futuro per evitare che si ripetano situazioni simili:
«Il governo oggi ci ha chiesto che cosa intendiamo fare per impedire che nella capitale succeda di nuovo quello che è successo l'altro ieri e noi abbiamo proposto di installare le scaldiglie. Il governo ci ha detto di procedere. Per Termini ci vorrà un anno, per il Lazio un paio d'anni. Ogni scaldiglia consuma energia quanto un appartamento. In caso di necessità tutte le scaldiglie devono funzionare contemporaneamente. Servono quindi delle linee elettriche supplementari».
Oggi quasi 40 treni ad alta velocità sono stati cancellati da Trenitalia. Chissà quanta gente non potrà recarsi al lavoro… Chissà se anche loro avranno voglia di incolpare solo il meteo…
Cari pendolari, forza! Noi facciamo il tifo per voi!