tutto news
22 Marzo 2018
Ieri sera si è tenuta la 62esima edizione dei David di Donatello, meglio conosciuti come “gli Oscar del cinema italiano”. Ma in pochi stanno parlando dei film vincitori (per la cronaca: il premio di Miglior Film è stato assegnato ad “Ammore e Malavita”, la commedia musical dei Manetti Bros). Tutti parlano di una sola cosa: il monologo di apertura di Paola Cortellesi.
E c’è un motivo: il suo monologo sulla disparità di genere farà storia.
Era chiaro che il tema dei David di Donatello di quest’anno sarebbe stata la disparità di genere e che sarebbe stato “Tutto dedicato alle donne, per le donne”. Ma pochi, forse, si sarebbero aspettati un monologo così semplice e così di impatto.
Paola Cortellesi ha iniziato il suo monologo con un lungo discorso sulle differenze linguistiche tra alcuni termini al femminile e al maschile:
“Impressionante vedere come nella nostra lingua alcuni termini che nel maschile hanno il loro legittimo significato se declinati al femminile assumono improvvisamente un altro senso. Cambiano radicalmente, diventano luogo comune. Un luogo comune un po’ equivoco. Che poi a guardar bene è sempre lo stesso, ovvero un lieve ammiccamento verso la prostituzione. Un cortigiano: un uomo che vive a corte; Una cortigiana: una mignott*. Un massaggiatore: un cinesiterapista; Una massaggiatrice: una mignott*. Un professionista: un uomo molto pratico del suo mestiere Una professionista: una mignott*. Un uomo di strada: un uomo del popolo Una donna di strada: una mignott*.”
Vi sembra familiare? Eh sì, questa considerazione gira da un po’ sui social. Ma non è stata scritta da una qualche donna stanca di essere discriminata. Bensì da un uomo, il professore, enigmista e grande esperto del linguaggio Stefano Bartezzaghi.
Il monologo della Cortellesi parte da questi accostamenti e poi prosegue e spiega come le piccole parole vadano a influenzare il modo in cui vediamo il mondo fin dalla nostra infanzia:
“All'asilo, un bambino maschio potrebbe iniziare a maturare l'idea che le bambine siano meno importanti di lui, da ragazzo crescere in qualche modo nell'equivoco che le ragazze in qualche modo siano di sua proprietà, e poi da adulto potrebbe pensare sia giusto che le sue colleghe vengano pagate meno e a quel punto non sembrerebbe grave neppure offenderle, deriderle, toccarle, palpeggiarle... e fosse così potrebbe diventare anche pericoloso.."
Il monologo di Paola Cortellesi, che è solo l’ultimo tassello in ordine temporale del moto “femminista” iniziato con “Me Too”, “Time’s Up” e “Non una di meno”, è già diventato un caso sul web e tanti, tantissimi, si sono schierati dalla sua parte.
C’è chi la vorrebbe addirittura alla Presidenza del Consiglio! Beh, forse qui si sta esagerando. Ma una cosa è certa: il discorso di Paola Cortellesi sulla disparità di genere ai David di Donatello non potrà essere dimenticato. Anche solo per i commenti (e i meme!) meravigliosi che ha generato su twitter!
Io a Paola Cortellesi farei condurre i tg, i talk, i documentari, i reality, i talent e pure le previsioni del tempo. #David2018
— Mario Manca (@MarioManca) 21 marzo 2018
Grandissima Paola Cortellesi, grandissime tutte le donne sul palco #David2018
— • (@sadcollision) 21 marzo 2018
Date subito la carica di premier alla Cortellesi e la facciamo finita. #David2018
— Massimo Bozza (@MassimoBozza) 21 marzo 2018
Paola Cortellesi e i suoi monologhi #David2018 pic.twitter.com/vCmvh1cCGR
— contralto. (@giulai08) 21 marzo 2018