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Stazione spaziale cinese in caduta verso la Terra, anche l'Italia tra le zone a rischio

Secondo quanto affermato dalla Protezione civile la caduta dei detriti potrebbe avvenire «tra il 28 marzo e il 4 aprile» e riguarderebbe «le regioni a sud dell’Emilia Romagna»

La stazione spaziale cinese Tiangong 1 è in caduta libera verso l’Italia

(Credits photo: protezionecivile.gov.it)

23 Marzo 2018

"Rientro incontrollato della stazione spaziale cinese. Potrebbe cadere in Italia a Pasqua" ecco l'allerta diffuso dalla protezione civile.
Tradotto in italiano ha un nome bellissimo: “Palazzo Celeste”.
Eppure questo nome potrebbe destare un po’ di preoccupazioni.
La ragione? Il “Palazzo Celeste” è la traduzione dal mandarino della parola Tiangong, ed è il nome di una stazione spaziale cinese in caduta verso l’Italia.
Niente panico.
La stazione spaziale Tiangong 1 è la prima stazione spaziale cinese lanciata il 30 settembre 2011 nello spazio dal centro di Jiuquan nel deserto di Gobi.
 
Da quanto si legge in una circolare diffusa dalla Protezione civile a tutti i ministeri e alle ragioni, il “Pianeta Celeste” è in caduta libera verso l’Italia. La stazione spaziale ha iniziato la sua lenta discesa nell’atmosfera nel 2016. Solo che c’è un piccolo dettaglio. La sua discesa sta avvenendo con una traiettoria diversa che potrebbe interessare il territorio italiano.
Di conseguenza dei frammenti potrebbero cadere dal cielo. Da quanto sono riusciti a prevedere la caduta potrebbe avvenire «tra il 28 marzo e il 4 aprile» e riguarderebbe «le regioni a sud dell’Emilia Romagna».
 
Queste però sono solo previsioni perché la data esatta e il luogo interessato potranno essere definiti con maggiore precisione solo più avanti.
Nella circolare, che afferma che l’interpretazione dei dati spetta all’Agenzia Spaziale Italia, si legge infatti:
«La finestra temporale e le traiettorie di impatto al suolo potranno essere definite con maggiore precisione nelle 36 ore precedenti il rientro».
 
L’Agenzia Spaziale Italia (Asi) sarà supportata da altri Enti, nazionali e internazionali. Partecipano allo studio e all’osservazione anche i ministeri di Interno, Difesa e Esteri, Enac, Enav, Ispra, la commissione speciale di Protezione civile e il consigliere militare della Presidenza del Consiglio.
Sul sito della Stazione Spaziale Europea si può leggere:
«rientro avverrà ovunque tra 43º N e 43º S. Le aree al di sopra o al di sotto di queste latitudini possono essere escluse. In nessun momento sarà possibile una previsione precisa dell’ora / località dell’ESA. Questa previsione è stata aggiornata approssimativamente dalla settimana fino a metà marzo e viene aggiornata ogni 1/2 giorni».
 
La Protezione civile però ha subito fornito indicazioni utili per la popolazione affinché sia tutelata la sicurezza collettiva, in caso di caduta di detriti.
Innanzitutto gli edifici sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Meglio comunque evitare di stare vicini a finestre e vetri. I piani bassi restano i più sicuri. Per la precisione: le volte dei piani inferiori e i vani delle porte inserite nei muri e le pareti. È improbabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra. Al contrario, frammenti più grandi (sopravvissuti all’impatti) potrebbero contenere idrazina. Quindi è bene mantenersi a distanza di almeno 20 metri.

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