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Chiede aiuto ma il Pronto Soccorso non le crede: muore mamma di 22 anni

Naomi Musenga ha contattato il Pronto Soccorso dopo essersi sentita male. Invece di aiutarla, l’operatrice l’ha presa in giro

Chiede aiuto ma il Pronto Soccorso non le crede: muore mamma di 22 anni

(Credits photo: facebook.com/Mokobe113Official/)

09 Maggio 2018

Se ci sentiamo male, davvero male, la prima cosa a cui pensiamo è chiamare il Pronto Soccorso.
Non ci aspetteremmo mai che dall’altra parte della cornetta qualcuno si prenda gioco di noi, giusto?
Chi mai potrebbe ridere di una persona che sta soffrendo e sta solo chiedendo aiuto?
A quanto pare può succedere e le conseguenze possono essere tragiche.
Questa è la storia di Naomi Musenga, una giovanissima mamma di 22 anni, morta perché il Pronto Soccorso non aveva creduto alla sua richiesta di aiuto.
 
Il 29 dicembre scorso, Naomi, una giovane mamma di Strasburgo, si è sentita male all’improvviso e ha chiamato il Pronto Soccorso. Dalle registrazioni, da poco diffuse per fare luce sulla tragica vicenda, si sente Naomi che chiede aiuto con un filo di voce:
«Aiutatemi signora, aiutatemi, sto malissimo».
E anche:
«Sto per morire».
Purtroppo l’operatrice non le ha inviato nessuna ambulanza. Anzi. Con disprezzo le ha consigliato di contattare il medico di guardia. E non solo. Si è anche presa gioco di lei:
«Sì, sì, prima o poi, un giorno, lei morirà, come tutti».
Dalla registrazione si sente l’operatrice che scherza con un’altra collega.
 
Qualche ora dopo, Naomi chiama i medici di guardia che contattano un’ambulanza.
All’arrivo dei medici, però è troppo tardi: Naomi ha diversi arresti cardiaci e muore poco dopo in rianimazione.
La diagnosi è spaventosa: cedimento multiviscerale per choc emorragico.
La Francia è sotto shock per questo episodio increscioso. Secondo quanto si legge sul sito ilmessaggero.it, la stessa ministra della Salute, Agnes Buzyn, ha dichiarato:
«Sono profondamente indignata per le circostanze della morte di Naomi Musenga, voglio assicurare la sua famiglia sul mio totale sostegno e chiedo un'inchiesta sulle gravi disfunzioni riscontrate».

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