Troppo spesso si usano i social con troppa leggerezza.
Un momento di stress e ci lasciamo prendere la mano. Via libera a commenti e frasi che sarebbe molto meglio tenere per noi. Solo che a ogni azione segue una conseguenza. Quindi è bene capire che se scriviamo qualcosa sul Web prima o poi dovremo per forza renderne conto.
Quattro anni fa aveva fatto molto discutere ilpost di Facebook di una commessa padovana che recitava così:
«Io e il popolo romeno non andremo mai d’accordo, tra badanti depresse e altri elementi maleodoranti privi di civiltà ed educazione».
Michela Bartolotta, questo il nome della commessa del 3Store in piazza delle Erbe, si rese presto conto di aver commesso un errore. Il suo post suscitò infatti una marea di indignazione e di critiche. La ragazza (allora 19enne) cancellò subito il post e si scusò affermando di aver scritto quelle frasi in seguito a un momento di forte stress. E fece di tutto per rimediare al suo errore: Michela organizzò un evento per tutte le persone di nazionalità romena (che prevedeva la distribuzione gratuita di schede ricaricabili); mentre suo padre annunciò l’assunzione di 10 stranieri nella sua azienda metalmeccanica.
Troppo tardi. Ci sono errori a cui è molto difficile rimediare.
Per la giovane commessa con aspirazioni da modella (è stata finalista a Miss Muretto 2012 e prima al Bikini Contest 2015 a Rimini) è arrivata ora la sentenza emessa dal Tribunale di Padova. Secondo quanto riportato dal corriere.it, Michela Bartolotta è stata condannata a quattro mesi di reclusione con la sospensione condizionale e la non menzione. L’accusa? La giovane ha violato la legge Mancino e ha diffuso “idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale o etnico”.
Attenzione a ciò che scrivete sui social. Qualcuno potrebbe leggervi.