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A Monselice un gruppo di osservatori ha aggredito gli organizzatori dell'evento (Getty Images)
30 Luglio 2018
Doveva essere una notte d'incanto, ma tutto è finito in rissa. Circa mille persone erano riunite a Monselice (Padova) per ammirare la tanto attesa eclissi di Luna, ma gli organizzatori avevano messo in piedi l'evento in un punto in cui una montagna impediva la visuale del fenomeno. I partecipanti, presa coscienza che non avrebbero visto null'altro se non in monte, hanno iniziato a chiedere il rimborso del biglietto.
Alcuni hanno improvvisamente aggredito gli organizzatori. Come scrive il Parco Cava delle More, "corre obbligo precisare che i presunti rimborsi di cui abbiamo letto su Facebook sono stati in realtà vere e proprie estorsioni che il nostro staff ha subito, preso d'assalto da capannelli di gente (crediamo aizzata da alcuni agitatori) che hanno iniziato a mettere le mani nella cassa dove erano depositate le somme di denaro. Solo al fine di salvaguardare la propria incolumità fisica, il personale addetto alla cassa si è trovato costretto a consegnare il denaro".
Secondo chi ha allestito l'evento erano state fornite dettagliate istruzioni per osservare l'eclissi, ma secondo loro chi ha partecipato all'evento non le ha prese in considerazione. "L'eclissi di luna è stata visibile a partire da poco dopo le 22:05, come comunicato nell'evento Facebook e tramite e-mail. Era osservabile nell'area d'entrata del parco, esattamente come fatto presente sia dallo staff sia dai post informativi pubblicati nei giorni scorsi", si legge nel post. È stata l'affluenza superiore alle aspettative a creare scompiglio, dato che la struttura del parco non permetteva a tutti una corretta visuale.
Secondo chi era presente all'evento, invece, il fenomeno astronomico era visibile solo dal parcheggio, mentre all'interno del parco era pressoché impossibile osservare la Luna. Presi dalla rabbia, hanno assalito la cassa dell'organizzazione. C'è anche chi se l'è presa con un gruppo di alpaca, "quasi a volersi vendicare per un presunto torto che ritenevano subito a causa nostra", scrive l'associazione. Ma su Facebook c'è chi ancora chiede il risarcimento.