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Dietro la superstizione legata a questo giorno ci sono tante "teorie" popolari, che la scienza nonostante tutto non riesce a contrastare
17 Agosto 2018
Non appena spunta sul calendario il numero 17 accanto alla parola venerdì, ecco che tutti si preparano all'imminente Apocalisse. Ma si tratta solo di antiche e solidissime superstizioni, che hanno superato i secoli e sono giunte fino a noi. Tra l'altro la storia della sfortuna legata a venerdì 17 vale solo in Italia.
Infatti, nel mondo anglosassone il giorno da evitare è venerdì 13, mentre in quello spagnolo e latinoamericano è martedì 13. La paura del venerdì 17 era definita dai greci come etacaidecafobia: è proprio nello splendore della Grecia antica che nasce la diffidenza per questo numero. Nell’impero romano la diffidenza contro il numero 17 nacque a causa della battaglia di Teutoburgo: combattuta nel 9 d.C., i romani si scontrarono contro i germani di Erminio. Le legioni 17,18, e 19 furono completamente distrutte. Da quel momento, nella tradizione romana quei numeri furono considerati sinonimo di sventura. Sulle tombe si scriveva VIXI, che significa "ho vissuto", anagramma del numero 17 in cifre romane.
È risaputo che per la smorfia napoletana il 17 è sinonimo di disgrazia, ma nella Cabala ad esempio, è un numero benefico, poiché è il risultato della somma numerica delle lettere ebraiche tet (9) + waw (6) + beth (2), che lette nell’ordine danno la parola tov “buono, bene”. Intanto per sfatare questo mito il Cicap, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, ogni venerdì 17 organizza la giornata anti superstizione con eventi in tutta Italia.