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03 Ottobre 2018
Nuovi attimi di terrore per l’isola di Sulawesi in Indonesia: dopo il terremoto e lo tsunami che hanno provocato 1.407 morti, questa mattina erutta il vulcano Soputan. Al momento le autorità non hanno fatto evacuare la zona interessata, quella nord della provincia, ma consigliano comunque di tenersi a una distanza di almeno 4 chilometri dal luogo dell’eruzione. Sono stati allertati i controllori aerei sui possibili problemi legati alla nube che l’attività del vulcano ha prodotto: si parla, infatti, di una colonna di fumo che raggiunge i seimila metri di altezza.
Il terremoto-tsunami, avvenuto il 28 settembre scorso, sta ancora impegnando i soccorsi, che sono alla disperata ricerca dei dispersi, nella speranza di trovarli in vita. Si fermeranno il 5 ottobre, data oltre alla quale la possibilità di trovare sopravvissuti è pari allo zero. L’urgenza, ora, è quella di fornire aiuti umanitari alle 200 mila persone coinvolte nella catastrofe abbattutasi sull’isola indonesiana. Si sono formate, infatti, file lunghissime sotto il sole per il rifornimento di beni di prima necessità. “Sono tutti affamati”, commenta così il capo dell’amministrazione della provincia di Donggala.
“Ci sono ancora vaste zone delle aree più colpite che non sono state ancora completamente raggiunte, ma i soccorritori stanno lavorando duro, fanno quello che possono”, dice Jens Laerke delle Nazioni Unite. Intanto, ogni giorno si registrano nuovi casi di sciacallaggio, al punto che l’esercito ha inviato i militari a Palu, allo scopo di sorvegliare negozi, banche e pompe di benzina ancora in piedi.
Una terra scossa da un terremoto di magnitudo 7.4 e da un maremoto, ancora sotto shock per quello che è accaduto pochi giorni fa, che fa fatica a gestire al meglio i soccorsi, si trova oggi alle prese con un altro pericolo che arriva dalle viscere della terra e potrebbe creare molti problemi al traffico aero, e non solo.
(Credits foto: Tgcom24)